Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
lunedì 07 ottobre 2024
 
Chiedilo a credere
 
Credere

Qual è il rapporto che la Chiesa ha con il Potere?

01/12/2022  La Chiesa deve poter offrire un volto evangelico e alternativo dell’esercizio del potere

Si parla spesso di un cammino di conversione della Chiesa. Ascoltando le persone in diversi contesti, dalla vita religiosa ad altri ambienti ecclesiali, non posso che essere d'accordo e persino preoccupato per l'urgenza di questa conversione. Senza intraprendere questo cammino, rischiamo di compromettere ulteriormente la nostra credibilità e di tradire la nostra identità. Se dovessi indicare un punto da cui partire, lo individui nella gestione del potere o, diciamolo apertamente, nel rischio frequente di un abuso del potere. Si tratta cioè di convertirci nel nostro modo di esercitare l'autorità a tutti i livelli: dal superiore locale di una comunità religiosa, al parroco nella sua comunità parrocchiale, al vescovo nella sua diocesi e nel rapporto con i suoi sacerdoti.

L'esercizio dell'autorità è spesso fragile e proprio per questo può innescare situazioni dolorose. Il potere viene dato sempre per un servizio e la persona che lo riceve dovrebbe esercitarlo anche a costo di sacrificare se stessa. Al contrario, nei contesti ecclesiali il potere è usato molte volte come uno strumento di affermazione di se stessi, soprattutto quando chi lo esercita tenta di compensare, mediante il potere, la sua bassa autostima. Il potere viene usato a volte persino per realizzare vendette personali, un modo tribale per regolare i conti. Il potere diventa ancora più pericoloso quando si trova nelle mani di persone che lo utilizzano per compensare le proprie frustrazioni, esercitando sugli altri forme varie di violenza. È il caso del superiore o della superiora di una comunità religiosa in cui un suddito non riceve attenzione ai suoi bisogni primari o un parroco che esercita in modo dispotico la sua autorità nella comunità dei fedeli o di un vescovo che approfitta di una denuncia per regolare i conti con un suo prete. Il problema è che il potere si autogenera e viene quindi gestito all'interno di un cerchio molto ristretto: nelle congregazioni religiose per esempio i superiori sono molte volte sempre gli stessi e appartengono a un unico gruppo di potere.

La Chiesa è chiamata a offrire un volto evangelico e alternativo dell'esercizio del potere che non ricalchi le logiche umane. Trattandosi però di una via che comporterebbe la perdita di privilegio, credo sia difficile che questo cammino possa essere intrapreso rapidamente.

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo