Giovane spigliato e preparato, Alessandro Cattelan, 34 anni, non è il volto nuovo di X Factor. È piuttosto il volto rassicurante del bravo padrone di casa, in una casa dove per il quarto anno consecutivo sta conducendo il talent show per antonomasia che in queste settimane sta viaggiando con sempre più ascolti verso la fine dell’ottava edizione. Suscita simpatia Alessandro anche grazie al suo parlare a macchinetta: «A volte sbaglio ma nessuno se ne accorge. Quando ho iniziato a lavorare, la frase che mi sono sentito ripetere più spesso era “devi parlare più lentamente”. Adesso è una caratteristica che difendo perché ne ho fatto la mia cifra».
A differenza di tanti suoi colleghi stupisce anche per la padronanza dell’inglese: «Faccio finta di saperlo bene», ride, «parlando velocissimo nessuno si accorge se sbaglio. L’ho studiato solo a scuola ma è sempre stata una passione. L’ho imparato con la musica, senza essere mai andato all’estero da ragazzino come si fa adesso. Avevo la curiosità di capire i testi, la pronuncia e il significato delle parole delle canzoni».
Nato a Tortona (Alessandria) ha iniziato a lavorare in televisione nel 2001 ma è nel 2004 che la sua carriera parte in maniera più decisa dall’emittente Mtv. Lasciando nel cassetto il sogno di fare il calciatore: «Ho giocato a livello interregionale dai 15 ai 22 anni come difensore centrale. Credo molto nel valore educativo dello sport. Ti insegna il gioco di squadra e concentrandoti su questa attività non hai tempo per fare stupidaggini. Non esci la sera e per un genitore è molto rassicurante». Papà di Nina, due anni e mezzo, è un ottimo compagno per la moglie Ludovica Sauer: «A parte allattare, sono in grado di fare tutto quello che fa una mamma». Da sportivo racconta orgoglioso del fatto che la bambina ha tre passaporti grazie alla nazionalità dei genitori: «Italiano, tedesco e brasiliano... Come le tre Nazionali di calcio più forti del mondo».
Dallo sport ha imparato anche l’importanza dell’impegno per arrivare a vincere. Una metafora perfetta per il mondo dello spettacolo e, in particolare, di un talent che dovrebbe scoprire le pop star: «Io lavoro molto. Ma così è richiesto anche ai ragazzi di X Factor perché se si accostano pensando che basti partecipare per avere successo non arrivano neanche alle selezioni».
Invece coloro che arrivano sono tanti e veramente bravi: «Tutti lavorano duro. Con molti di loro si resta per forza in contatto o qualcosa di più. Franci (Francesca Michielin, vincitrice dell’edizione del 2011-2012), è la mia sorellina. Ci sentiamo spesso e siamo felici quando ci vediamo. Lo stesso vale per Antonella Lo Coco e i Moderni. Comunque in genere per tutti i concorrenti rappresento quello di cui hanno bisogno. Alcuni vanno dritti per la loro strada, altri vogliono solo chiacchierare. Altri ancora fanno con me una seduta di psicoanalisi e poi magari si scusano. Ma io sono lì per quello e lo faccio volentieri. Sono una figura esterna che non li giudica».
Impossibile pensare a X Factor e non parlare dei vari giudici che nella storia del programma hanno lasciato con le diverse personalità la loro impronta. Alessandro descrive così i giudici con cui sta lavorando quest’anno: «Morgan è matto in ogni senso. Con dei momenti di grande genio e momenti in cui è davvero complicato il rapporto. Victoria è internazionale e ho scoperto che è una donna molto emotiva. Mika è un gentleman: educato e intelligente. Una bella persona. Fedez, che ha solo 25 anni, è davvero in gamba. È la sorpresa di quest’anno. Io lo conoscevo e non avevo dubbi ma per molti è stata una scoperta e ne sono felice. È quello che tiene in piedi il tavolo dei giudici. Tra un litigio e l’altro. Battibecchi che non sono preparati per lo show, ma nascono spontanei durante la diretta».
Impossibile, infine, farsi dire da Alessandro
chi sarà secondo lui il vincitore del 2014: «Quest’anno il mio preferito è ancora in gara e ovviamente non posso dire chi è ma credo che sia uno dei tre migliori concorrenti di X Factor di sempre».
Possiamo però chiedergli
il segreto del successo di questo talent la cui finale sarà l’11 dicembre: «È lo stesso format che si ripete, ma nel tempo sembra avere sempre più successo. È diventato qualcosa di più di un talent. Non stai guardando semplicemente dei ragazzi in gara che cantano. Stai guardando, in quel momento, delle vere pop star. Non solo perché è obiettivamente bello da vedere e appagante anche per chi non ama il genere, ma perché lo spettacolo è davvero curato». Inoltre ha una sua funzione divulgativa e musicale: «
Più probabile, seguendolo, scoprire canzoni che non si conoscono e quindi trovarlo particolarmente interessante».