Caro direttore, lo scorso aprile ero a Messa in una chiesa del centro di Milano, la mia parrocchia. Alla preghiera dei fedeli, l’anziana “lettrice” come ultima preghiera ha pronunciato queste parole (le ripeto a memoria): «Per l’anima di Benito Mussolini, morto 72 anni fa, preghiamo». Io sono rimasta basita e secondo me anche il sacerdote che officiava la Messa. Tra i fedeli ho visto un po’ di sconcerto e poi non me la sono sentita di fare la Comunione. Cosa ne pensate? Sono troppo intransigente? Con tutte le brave persone che muoiono che bisogno c’è di pregare per un dittatore assassino ormai scomparso da anni? Non è stata una provocazione dell’anziana nostalgica?
AMELIA
Ogni anno e in diverse occasioni capitano fatti del genere. Il vero problema non è pregare oppure celebrare una Messa di suffragio per Mussolini o per un altro dittatore sanguinario o anche per qualsiasi delinquente. Le difficoltà nascono, piuttosto, quando la preghiera è fatta in pubblico, perché è facile la strumentalizzazione. Si può addirittura arrivare all’apologia del fascismo o all’esaltazione di un assassino. Nel caso che citi, considerando l’età della signora e lo sconcerto dello stesso celebrante, mi viene quasi da sorridere. In altre circostanze emergono, invece, evidenti nostalgie del passato e tentativi di dare al ricordo una connotazione ideologica. È questo che deve essere evitato. In diverse occasioni i vescovi hanno perciò vietato di celebrare Messe pubbliche in suffragio di Mussolini.
Va però ricordato il senso autentico della preghiera di suffragio per i defunti: essa è per tutti, non solo per i giusti. Anzi, sono proprio i più grandi peccatori che hanno ancor più bisogno di misericordia. Di nessuno, infatti, la Chiesa afferma con assoluta certezza che sia già all’inferno. Un conto però è pregare, un altro è fare propaganda di un’ideologia, di qualsiasi genere essa sia, strumentalizzando la liturgia.