Ho detto alla mia ex: «Alla fine ce l’hai fatta a farlo bocciare in terza media, con tutte le tue pretese sui suoi studi e con il non lasciarlo mai libero!». E lei mi ha risposto: «Lo sai bene che è colpa tua se è bocciato, nei tuoi weekend hai pensato solo a farlo divertire...». E così abbiamo litigato davanti al figlio e non certo per la prima volta. E io che credevo di far qualcosa di buono a separarmi dalla mia ex, così testarda e cocciuta...
CARLO
— Quello che mi stupisce della tua lunga lettera, caro Carlo, è che vostro figlio non ha diritto di parola! Tu mi descrivi una ex moglie aguzzina e maltrattante, che si sentiva costretta a far fare i compiti a vostro figlio anche al posto tuo perché dopo il weekend passato con te lui arrivava con i compiti ancora da fare... E tu ti autoassolvi perché questo figlio (ti cito) «aveva ben diritto a respirare». Risultato: questo figlio si è portato a casa una bella bocciatura, tra l’altro già preannunciata mesi prima dalla scuola. Va da sé che finché la mamma dice: «È tutta colpa del papà» e tu dici: «È tutta colpa della mamma», questo ragazzo non ha diritto di parola.
Ma l’avete guardato in faccia? Quando gli date diritto di parola? Gli avete chiesto cosa ne pensa lui della bocciatura? Gli avete chiesto come ha intenzione di programmare l’estate? Se non ci riuscite da soli, oggi esiste una risorsa preziosa: la mediazione familiare, cui attingere. E ne avete davvero bisogno, tutti e due. Prendo atto, caro Carlo, che sei tu che mi scrivi, ma a me sembra che forse tu voglia soltanto aver ragione, magari con il mio aiuto.
Vedi, non ho elementi per dire chi di voi due ex ha più ragione o più torto, ma – anche se li avessi – non li userei: perché il problema non è vincere sull’altro, ma il bene di vostro figlio. Sì, tu non puoi cambiare la tua ex (né lei può cambiare te), ma siete ambedue genitori, e questo nulla vi dà il permesso di dimenticarlo. Sono certa che l’essere genitori di questo unico figlio sia per voi un bene prezioso e che vi interessi il suo futuro più del vostro. Se ce la fate, potreste parlare con lui per chiedergli come sta, come si sente dopo questa bocciatura, per inventare insieme l’estate e la prossima, ineludibile, terza media. Non ce la fate? Provate a scrivergli insieme una lettera firmata da entrambi, in cui gli dite che avete fiducia che lui possa prendere in mano la sua vita. Forse questa lettera avrà più di una brutta copia, ma... provateci. Ve lo meritate