Durante la settimana trascorsa in vacanza con i miei genitori nella loro casa al mare una sera abbiamo avuto una lunga discussione perché mia moglie ha annunciato che ha intenzione di terminare gli studi alla facoltà di Medicina. Li aveva interrotti circa due anni fa per l’attesa imprevista della nostra prima figlia, di cui si è occupata in tutti questi mesi. Ora siamo riusciti a iscrivere Aurora al nido così che lei possa stare con gli altri bambini e la mamma abbia il tempo di riprendere in mano i libri.
Si è visto subito che mio padre era scettico e dopo soli pochi minuti ha cominciato a dire che non ce n’è bisogno, visto che io ho un buon posto e ho fatto una certa carriera. Ripeteva che possiamo vivere bene con il mio stipendio, come hanno fatto loro, così che mia moglie sia libera di occuparsi della figlia e degli altri che verranno. Anche il tono di voce nel frattempo è salito, un atteggiamento davvero inappropriato se teniamo in considerazione anche il fatto che i nonni vivono lì e quindi non sono mai coinvolti nella cura della bambina. Mia madre, per fortuna, ha subito detto che mia moglie non deve rinunciare alle sue soddisfazioni, ma ci siamo lasciati con una tensione che non mi piace e che si sarebbe potuta evitare se mio padre non si sentisse sempre una specie di capo clan, manco fossimo nell’Ottocento. FILIPPO
— Caro Filippo, non pensavo che succedesse ancora qualcosa del genere, sia per la convinzione che sta alla base della riflessione di questo nonno, sia per la carenza di una consapevolezza fondamentale per le buone relazioni tra le diverse generazioni delle famiglie: che la famiglia giovane è una famiglia nuova e non un’appendice, in cui i coniugi devono avere la libertà di scegliere e decidere il proprio corso di vita. Vedo che usi la parola “annunciato”. Mi fa pensare che voi ne aveste già parlato e deciso e che non steste chiedendo un consiglio... Non mi soffermo dunque su questo nonno un po’ troppo invasivo, ma in tutta sincerità non mi sembra bella neppure la frase di tua madre, che peraltro si ascolta spesso.
Non capisco perché quando si parla di una donna si allude al fatto che il lavoro sia una scelta foriera di soddisfazioni e piaceri personali, mentre nel caso degli uomini si tratti sempre di un dovere e un sacrificio per la famiglia. A parte il fatto che moltissime mamme contribuiscono in modo decisivo dal punto di vista economico, non credo sfugga il valore sociale del loro impegno. Per non parlare di tua moglie che farà il medico, una professione di cui tanti godranno, compreso magari anche tuo padre. Conosco una giovane mamma di tre figli che fa la chirurga grazie anche all’aiuto di una coppia di nonni speciali e – sono sicura – molto più orgogliosi e sereni di altri