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sabato 01 aprile 2023
 
Adolescenti e scommesse
 

Quando l'azzardo è un gioco da ragazzi

30/11/2016  Il Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca) lancia l'allarme: poco più di un milione di studenti (41,7%) tra i 15 e i 19 anni, ha giocato almeno una volta nel 2015, oltre un terzo i minorenni. E il trend in discesa dal 2009, nell'ultimo anno, ha ripreso a a salire.

Una signora, sui sessanta, entra nell’edicola, chiede un gratta e vinci, lo acquista e poi spiega: «Una volta a settimana lo porto una volta a settimana al mio nipotino».

I dati diffusi dal Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca), nello Year Book 2016-Rischi da giocare, il libro dell’anno, sui rischi del gioco d’azzardo, realizzato assieme al Cnr, riportano alla mente questa scena vista qualche tempo fa in una stazione di provincia.

La nonna dava l'idea di essere buona fede, convinta di portare un regalino come un altro innocuo come un altro, forse nemmeno sapeva che un nipotino, verosimilmente molto minorenne, da solo con la sua paghetta non avrebbe potuto andarselo a comprare quel tagliandino.

È illegale vendere “gioco” in tutte le sue forme ai minorenni, anche se poi i ragazzi un modo lo trovano, taroccando l’età se giocano online, o agendo dal vivo con la complicità di un adulto, sia esso un compagno più grande,  un commerciante che chiude un occhio sul faccino troppo acerbo, come del resto succede con gli alcolici o con le sigarette, o una nonna che in edicola invece del fumetto compra un biglietto: gratta e vinci, cosa che invece con le sigarette o con un cicchetto non farebbe mai. Segno che manca la percezione che siamo di fronte a rischi simili, anzi peggiori dato che si suggerisce un "gioco" che alla lunga dà dipendenza vera.

Che i ragazzi aggirino le norme, una volta che sono diventati autonomi e in grado disporre di un po’ di denaro, lo dicono i numeri: secondo lo studio Espad Ifc-Cnr del 2015, contenuto nello Year Book, il 48,5% degli studenti di 15-19 anni, pari a circa 1,2 milioni di ragazzi, ha giocato d'azzardo almeno una volta nella vita, oltre 1 milione nell'ultimo anno. A essere attratti sono più i maschi (51,5%) delle femmine (32%). Il 62% di chi gioca l'ha fatto una volta al mese, il 12% 2-5 volte a settimana. Il 69% ha giocato al gratta e vinci, il 47% ha puntato su scommesse sportive, il 14% è stato attratto dalle new slot-vlt. «Nonostante la legge italiana lo vieti, scrivono i ricercatori ha giocato d’azzardo oltre un terzo dei minorenni (37,7%)». Il trend, in discesa tra il 2009 e il 2014 nell’ultimo anno ha ricominciato a salire.  Un campanello d’allarme preoccupante in prospettiva se si considera che nel 2015, come ha ricordato Margherita Taddeo di Federserd (federazione dei servizi per le dipendenze), 13.136 persone (all’81% uomini) hanno fatto domanda di trattamento per gioco d'azzardo patologico.            

La somministrazione agli studenti coinvolti nella ricerca del test SOGS-RA (South Oaks Gambling Screen-Revised for Adolescents) validato a livello nazionale, che permette di classificare il comportamento di gioco sulla base del grado potenziale di problematicità ha rilevato che l’11% dei ragazzi che hanno giocato d’azzardo nell’ultimo anno ha già in relazione al gioco un comportamento definibile “a rischio” e circa l’8% “problematico.

Anche per questa ragione la campagna Mettiamoci in gioco, sostenuta da Cnca, chiede da tempo che venga proibita ogni forma di pubblicità e sponsorizzazione del gioco d'azzardo, cosa che oggi è ammessa a patto di ricordare che il gioco può dare dipendenza, cosa che di solito si fa così velocemente in coda di spot, da rendere l'avvertenza virtualmente incomprensibile. 

 
 
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