Nonostante i pareri discordanti dei critici, il film di Adam McKay, con protagonista Leonardo Di Caprio, ora su Netflix, dopo un passaggio breve nelle sale, fa riflettere in quanto pone lo spettatore dinanzi a due modi contrapposti di vivere la catastrofe: quello che le varie forme di potere cercano di imporre con l’imperativo a “non guardare in alto!” e quello di chi, scrutando appunto i cieli e fidandosi della scienza come pura ricerca del vero, offre all’umanità una possibilità di evitare la catastrofe cosmica derivante dall’imminente (sei mesi) impatto sulla terra di una cometa, individuata dalla dottoranda in astronomia Kate Diblasky (Jennifer Lawrence), allieva del professor Randall Mindy (impersonato da Di Caprio).
La politica, rappresentata dal presidente donna degli Stati Uniti (Meryl Streep), è preoccupata soprattutto dell’esito delle prossime elezioni e subordina alla propria sete di potere il bene oggettivo delle persone. Il potere mediatico, messo in scena dai due conduttori di un noto programma televisivo, risulta interessato unicamente all’audience e attento alla spettacolarizzazione delle notizie, piuttosto che alla ricerca della verità. Il potere tecnocratico, impersonato dall’imprenditore Peter Isherwell, principale finanziatore della campagna del presidente e proprietario/gestore di una società che si occupa di intelligenza artificiale, è troppo fiducioso nei propri mezzi alternativi rispetto all’unica possibilità individuata dagli scienziati, da proporre una rischiosa via di fuga, che verrà percorsa dalla presidente, la quale, mentre invita Randall sull’astronave che porterebbe un gruppo di privilegiati su un altro pianeta (una sorta di improbabile arca di Noè), dimentica di portare con sé suo figlio, che è anche suo portavoce e che continua a sperare nel suo ritorno nella sala dei bottoni.
Mentre il potere fugge, alcune le persone, raccolte in casa del professore intorno alla mensa, vivono un intenso momento di riconciliazione (il protagonista, infatti, viene perdonato dalla moglie per la sua infedeltà), di gratitudine e di preghiera, espressa ad alta voce dal giovane compagno di Kate, di fede evangelica. Un momento emotivamente coinvolgente, nel quale è dato cogliere il messaggio del film e che ho voluto trascrivere per i lettori: «Caro Padre e Creatore onnipotente, stasera chiediamo la tua grazia, nonostante il nostro orgoglio, il tuo perdono, nonostante i nostri dubbi, soprattutto, Signore, chiediamo che il tuo amore ci dia conforto in questi tempi bui per affrontare qualunque cosa accada per tua divina volontà, con il coraggio e il cuore aperto all’accettazione. Amen».
Quanto ai possibili riferimenti al dramma che l’umanità sta vivendo in questa lunga crisi pandemica lascio agli spettatori il compito di individuare, attraverso l’esercizio di un pensiero autenticamente critico (“non ci sono poteri buoni!” - F. De Andrè), la ricerca del vero che non si lascia strumentalizzare e il semplice affidarsi al conforto che solo Dio può offrire a tutti e a ciascuno.