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giovedì 17 aprile 2025
 
 

Quando la "paghetta" è fuori luogo

03/08/2012  Genitori inglesi che usano il denaro per "comprare" l'obbedienza dei propri figli. Interrompono solo quando si accorgono che i bambini hanno assimilato il comportamento richiesto.

In Italia amici, famigliari e colleghi sgranano gli occhi e non ci credono e una mamma dice: «E’ il segno di una civiltà ormai al declino». Eppure è proprio vero. In Inghilterra pagano i bambini di cinque anni perchè si vestano al mattino. La sottoscritta l’ha scoperto per caso. Raccontando a una vicina, madre di un compagno di classe di mio figlio, la fatica di convincere Luca a infilarsi in fretta la divisa. «Io gli dò una sterlina», ha detto Kate, «Faccio così anche per altre cose, pulirsi i denti, mettersi le scarpe. Quando ha imparato, smetto di pagarlo». «Ma sono troppo piccoli», ho obbiettato, «E non conoscono il valore dei soldi». «A me i soldi piacciono molto», ha risposto Kate, «Per questo glieli dò e lui si compra già dolci, giocattoli o altre cose che gli piacciono».

«E’ un comportamento davvero estremo e scioccante», commenta Maria Kemp, madre di 6 figli che hanno da 1 a 15 anni, «Penso che questi genitori corrompano i figli, insegnando loro che le persone si possono comprare. Dico sempre ai miei bambini che devono imparare a vestirsi perchè così aiutano mamma e papà, si rendono più presentabili per gli altri, dimostrano altruismo, e ci obbediscono. Si tratta di tre virtù importanti che vanno imparate e non si possono comperare. Certo, a volte li ricompenso, con un cioccolato alla fine della settimana o una rivista che a loro piace, ma non penserei mai di usare dei soldi perchè il denaro non è un premio, ma una merce di scambio, che va guadagnata con la fatica».
«I genitori di oggi hanno sempre fretta e non riflettono sul significato di quello che fanno», continua Maria, «Un bambino di tre anni – a questa età, di solito, in Inghilterra, imparano a vestirsi - ha bisogno di almeno 15-20 minuti e non è in grado di allacciarsi i bottoni. Ho portato alcuni dei miei figli, che si rifiutavano di vestirsi, in pigiama, in classe e hanno imparato la lezione».

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