Dopo le celebrazioni per il Giubileo della regina Elisabetta si è fatto un gran parlare del comportamento dei principini durante le manifestazioni e delle strategie messe in atto dai reali per tenerli tranquilli... spesso con scarsi risultati! Tra i genitori è emersa una certa forma di consolazione nel constatare che la difficoltà a tenere tranquilli i figli in certe occasioni (feste, matrimoni, al ristorante) riguarda tutti. Oggi i bambini sono sicuramente più svegli e reattivi e noi adulti molto più attenti alle loro esigenze, il che mi sembra un bel passo avanti. ROBERTO
— Caro Roberto, mi spiace ma non sono d’accordo e mi fa sorridere il fatto che le immagini del piccolo Louis, il pronipote della regina che – ricordo – ha solo quattro anni, siano diventate l’esempio del bambino che non si comporta bene e sfugge alle regole dei grandi. Direi invece che, considerate la lunghezza delle manifestazioni seguite le immaginabili raccomandazioni, la presenza di tante persone, compresa quella di una sorellina giudicante... bisognerebbe dargli un premio! Altro che i molti bambini di non nobile lignaggio, ben più grandi, che vediamo scorrazzare nelle occasioni che tu citi.
Piuttosto che più svegli e reattivi, mi paiono semplicemente più maleducati. Accetto il rischio di essere considerata una vecchia signora insofferente, aggiungendo che spesso sono lasciati a sé stessi, sicuri che ignorare qualche sporadico richiamo non comporterà alcuna conseguenza. Proprio di recente ho assistito alla seguente scenetta. Genitori con bambino di circa 5 anni che si siedono al tavolo di un rifugio. Il piccolo si alza subito e comincia a camminare verso alcune installazioni per giocare in un prato lontano. La mamma lo chiama per nome e gli dice “dopo andiamo”.
Lui si gira, sorride e continua a camminare. La mamma sempre seduta lo chiama di nuovo due o tre volte, tentando dolcemente: “Prima mangiamo qualcosa...”, ma lui là in fondo ha già raggiunto lo scivolo. Non prima di essersi girato per un ultimo sorriso trionfante. A quel punto la madre si alza e guarda il padre che con aria rassegnata la segue. Una sciocchezza, mi dirai. Avranno mangiato più tardi, niente di grave. Anzi, costa certo meno fatica seguire i suoi “ordini” che andare a prenderlo, tornare indietro, resistere a qualche protesta e broncio e anche a una minima sofferenza per non averlo accontentato. Ma questa occasione, unita a tanti altri piccoli momenti educativi, potrebbe portare a un risultato importante. Che non è, caro Roberto, l’antica e negletta buona educazione, ma la scuola del senso del limite. A cominciare da quelli piccoli piccoli, per imparare più avanti a reggere quelli meno simpatici, che fisseranno altri, senza l’intervento, non sempre positivo, di mamma e papà