Il sorprendente progresso delle biotecnologie suscita grandi speranze, ma pone seri problemi morali per le applicazioni a oltranza. A riguardo del morire umano, nel dibattito pubblico ritorna la domanda: idratazione e alimentazione artificiali sono misure proporzionate e ordinarie o sproporzionate e, quindi, da rifiutare anche in base a una volontà manifestata in precedenza?
La bioetica d’ispirazione cattolica sostiene che «in linea di principio» sono misure proporzionate e ordinarie e, quindi, obbligatorie. Non si esclude, tuttavia, che nella situazione concreta «comportino per il paziente un’eccessiva gravosità o un rilevante disagio fisico legato, per esempio, a complicanze di ausili strumentali» (cfr. Congregazione per la dottrina della fede, Risposte a quesiti dei vescovi statunitensi, agosto 2007).
È determinante, pertanto, nel rapporto di autentica alleanza malato-medico-famiglia, verificare se, nella situazione concreta, quei trattamenti aiutano o compromettono la dignità del morire umano, che non va deliberatamente affrettato (eutanasia), ma nemmeno posticipato ostinatamente.