Il Natale è stato sempre fonte di ispirazione per i poeti: da Trilussa a D’Annunzio, da Gozzano a Ungaretti, da Buzzati a Rodari e tanti altri scrittori e maestri di lirica. Hanno composto versi dolci e giocosi, intimi o impegnati, magici e commossi, spensierati o melanconici. Ma che ci hanno sempre, in qualche modo, fatto riflettere sul senso più autentico e meno banale della festa più amata dell’anno. Chi di noi, da bambino, non ha mandato a memoria una di queste poesie e filastrocche poi recitate in famiglia salendo sulla sedia al pranzo di Natale? Se, però, avessimo dimenticato quei versi, e volessimo rileggerli, o ancora farne dono a qualcuno in questi giorni, eccovi una selezionata antologia a cui attingere.
Buon Natale (Alda Merini)
A Natale non si fanno cattivi
pensieri ma chi è solo
lo vorrebbe saltare
questo giorno.
A tutti loro auguro di
vivere un Natale
in compagnia.
Un pensiero lo rivolgo a
tutti quelli che soffrono
per una malattia.
A coloro auguro un
Natale di speranza e di letizia.
Ma quelli che in questo giorno
hanno un posto privilegiato
nel mio cuore
sono i piccoli mocciosi
che vedono il Natale
attraverso le confezioni dei regali.
Agli adulti auguro di esaudire
tutte le loro aspettative.
Per i bambini poveri
che non vivono nel paese dei balocchi
auguro che il Natale
porti una famiglia che li adotti
per farli uscire dalla loro condizione
fatta di miseria e disperazione.
A tutti voi
auguro un Natale con pochi regali
ma con tutti gli ideali realizzati.
Il presepe (Salvatore Quasimodo)
Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l’asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?
È nato, alleluia alleluia (Guido Gozzano)
È nato il sovrano bambino
la notte che già fu sì buia
risplende di un astro divino
orsù cornamuse, più gaie
sonate, squillate campane
venite pastori e massaie
oh genti vicine e lontane
per quattro mill’anni s’attese
quest’ora su tutte le ore
è nato, è nato il Signore
è nato nel nostro paese
la notte che già fu sì buia
risplende di un astro divino
è nato il sovrano bambino
è nato, alleluia alleluia.
Filastrocca di Natale (Diego Valeri)
Pastorella grama e bella,
non c’è più niente nella scodella,
non c’è più niente nel boccale..
Pastorella del triste Natale!
San Giuseppe dal Bambino,
qui non c’è pane, qui non c’è vino,
qui non c’è legna da bruciare..
San Giuseppe, che s’ha da fare?
Mi basterebbe avere un pomo,
come quello che hai cotto al forno;
la Madonna poi l’ha sbucciato
e il Bambino se l’è mangiato.
Er Presepio (Trilussa)
Ve ringrazio de core, brava gente,
pé ‘sti presepi che me preparate,
ma che li fate a fa? Si poi v’odiate,
si de st’amore non capite gnente…
Pé st’amore sò nato e ce sò morto,
da secoli lo spargo dalla croce,
ma la parola mia pare ‘na voce
sperduta ner deserto, senza ascolto.
La gente fa er presepe e nun me sente;
cerca sempre de fallo più sfarzoso,
però cià er core freddo e indifferente
e nun capisce che senza l’amore
è cianfrusaja che nun cià valore.
Buon Natale (Dino Buzzati)
E se invece venisse per davvero?
Se la preghiera, la letterina, il desiderio
espresso così, più che altro per gioco
venisse preso sul serio?
Se il regno della fiaba e del mistero
si avverasse? Se accanto al fuoco
al mattino si trovassero i doni
la bambola il revolver il treno
il micio l’orsacchiotto il leone
che nessuno di voi ha comperati?
Se la vostra bella sicurezza
nella scienza e nella dea ragione
andasse a carte quarantotto?
Con imperdonabile leggerezza
forse troppo ci siamo fidati.
E se sul serio venisse?
Silenzio! O Gesù Bambino
per favore cammina piano
nell’attraversare il salotto.
Guai se tu svegli i ragazzi
che disastro sarebbe per noi
così colti così intelligenti
brevettati miscredenti
noi che ci crediamo chissà cosa
coi nostri atomi coi nostri razzi.
Fa piano, Bambino, se puoi.
Un abete speciale (Gianni Rodari)
Quest’anno mi voglio fare
un albero di Natale
di tipo speciale,
ma bello veramente.
Non lo farò in tinello, lo farò nella mente,
con centomila rami,
e un miliardo di lampadine
e tutti i doni
che non stanno nelle vetrine.
Un raggio di sole
per passero che trema,
un ciuffo di viole
per il prato gelato,
un aumento di pensione
per il vecchio pensionato.
E poi giochi,
giocattoli, balocchi
quanti ne puoi contare
a spalancare gli occhi:
un milione, cento milioni
di bellissimi doni
per quei bambini
che non ebbero mai
un regalo di Natale,
e per loro un giorno
all’altro è uguale,
e non è mai festa.
Perché se un bimbo
resta senza niente,
anche un solo, piccolo,
che piangere non si sente
Natale è tutto sbagliato.
Un dono speciale (Roberto Piumini)
Quest’anno Natale
mi ha fatto un bel dono,
un dono speciale.
Mi ha dato allegria,
canzoni cantate
in gran compagnia.
Mi ha dato pensieri,
parole e sorrisi
di amici sinceri.
Dei vecchi regali
non voglio più niente:
ad ogni Natale
io voglio la gente.
Una stella sulla strada di Betlemme (Boris Parternak)
Era inverno
e soffiava il vento della steppa.
Freddo aveva il neonato nella grotta
sul pendio del colle.
L’alito del bue lo riscaldava.
Animali domestici stavano nella grotta.
Sulla culla vagava un tiepido vapore.
Dalle rupi guardavano
assonnati i pastori
gli spazi della mezzanotte.
E lì accanto, sconosciuta prima d’allora,
più modesta di un lucignolo
alla finestrella di un capanno,
tremava una stella
sulla strada di Betlemme.
Il vecchio Natale (Marino Moretti)
Mentre la neve fa, sopra la siepe,
un bel merletto e la campana suona
Natale bussa a tutti gli usci e dona
ad ogni bimbo un piccolo presepe.
Ed alle buone mamme reca i forti
virgulti che orneran furtivamente
d’ogni piccola cosa rilucente
ninnoli, nastri, sfere, ceri attorti.
A tutti il vecchio dalla barba bianca
porta qualcosa; qualche bella cosa
e cammina e cammina senza posa
e cammina e cammina e non si stanca.
E dopo aver tanto camminato
nel giorno bianco e nella notte azzurra
canta le dodici ore che sussurra
la notte, e dice al mondo : “E’ nato!”
Il Presepio (alla nonna) (Gabriele D’Annunzio)
A Ceppo si faceva un presepino
con la sua brava stella inargentata,
coi Magi, coi pastori, per benino
e la campagna tutta infarinata.
La sera io recitavo un sermoncino
con una voce da messa cantata,
e per quel mio garbetto birichino
buscavo baci e pezzi di schiacciata.
Poi verso tardi tu m’accompagnavi
alla nonna con dir: “Stanotte L’Angelo
ti porterà chi sa che bei regali!”.
E mentre i sogni m’arridean soavi,
tu piano, piano mi venivi a mettere
confetti e soldarelli fra’ i guanciali.
Natale (Giuseppe Ungaretti)
Non ho voglia di tuffarmi
in un gomitolo di strade
Ho tanta stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi cosi
come una cosa posata
in un angolo
e dimenticata
Qui non si sente altro
che il caldo buono
Sto con le quattro
capriole di fumo
del focolare
A Gesù bambino (Umberto Saba)
La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te,
Santo Bambino!
Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa’ ch’io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa’ che il tuo dono
s’accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.
Regali di Natale (Michael Ende)
Il Natale ormai si avvicina
e ho comprato dei regali ai nipotini;
ma ho paura di essermi confuso
e ho portato un po’ tutto alla rinfusa.
Gianni, mi ricordo, ha domandato
di portargli un bel libro a dondolo.
Maria Grazia è facile, sentite:
desiderava un porta stiro.
Robertino, un po’ vanesio, bramava
un paio di pantaloni a olio.
Mentre Giorgetto, detto Gongolo,
so che voleva un cavallo illustrato.
Benedetta è un’artista, non m’imbroglio,
le ho portato dei colori alla zuava.
E per Rosanna, che è sempre tutta in tiro,
niente di meglio che un ferro da matite.
Cosa dici? Ti sembra una follia?
Senza rime, dici tu, non è poesia?
Senti, allora, invece di ridere scomposto,
perché non provi a mettere un po’ a posto?
Alla vigilia di Natale (Bertolt Brecht)
Oggi siamo seduti, alla vigilia
di Natale, noi, gente misera,
in una gelida stanzetta,
il vento corre fuori, il vento entra.
Vieni, buon Signore Gesù, da noi, volgi lo sguardo:
perchè tu ci sei davvero necessario.
È Natale (Madre Teresa di Calcutta)
È Natale ogni volta
che sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
È Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
È Natale ogni volta
che non accetti quei principi
che relegano gli oppressi
ai margini della società.
È Natale ogni volta
che speri con quelli che disperano
nella povertà fisica e spirituale.
È Natale ogni volta
che riconosci con umiltà
i tuoi limiti e la tua debolezza.
È Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere per donarlo agli altri.
Voce di Maria (Luisa Spaziani)
Natale è un flauto d’alba, un fervore di radici
che in nome tuo sprigionano acuti ultrasuono.
Anche le stelle ascoltano, gli azzurrognoli soli
in eterno ubriachi di pura solitudine.
Perché questo Tu sei, piccolo Dio che nasci
e muori e poi rinasci sul cielo delle foglie:
una voce che smuove e turba anche il cristallo,
il mare, il sasso, il nulla inconsapevole.
Filastrocca di Natale (Anna Lavatelli)
Filastrocca di Natale
ogni anno puntuale
ti presenti all’uditorio
col tuo noto repertorio
che ci parla di allegria
di bontà e d’armonia.
Ma il Natale, tu lo sai,
per qualcuno non vien mai.
Dove c’è disperazione,
sotto i colpi del cannone,
dove è fame e sofferenza
della festa si fa senza.
Filastrocca di Natale
per non essere sempre uguale
questa volta resta al fianco
di chi è solo, triste e stanco,
di chi ha perso, a lungo andare,
anche i sogni da sognare.
Filastrocca, credi tu
che dispiaccia al buon Gesù?
Lui che è nato poverello
là tra il bue e l’asinello
più di tutto apprezzerà
la tua buona volontà.