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mercoledì 25 giugno 2025
 
Liceo Manzoni
 

Quando occupare la scuola non è un atto democratico

20/10/2022  "Cosa ne pensa dell'occupazione avvenuta nel liceo Manzoni di Milano? Alcuni studenti hanno manifestato per rivendicare la Democrazia, ma io non lo vedo per niente come un atto democratico!"

Sono rimasta molto stupita e anche un po’ indignata sentendo dell’occupazione del liceo Manzoni di Milano. Non è certo con un atto poco democratico che si può rivendicare la democrazia. Vorrei sapere il suo parere in merito. MONICA

— Cara Monica, non è facile spiegare le ragioni dell’occupazione lampo del liceo di Milano all’indomani delle scorse elezioni. Ti chiedi giustamente se questo atto sia legittimo o non sia poco democratico che un drappello di 40 studenti blocchi tutta una scuola. Il 26 settembre, dopo la tornata elettorale e i conseguenti risultati, il Collettivo della scuola ha organizzato un picchetto all’ingresso e in seguito riunito gli studenti in palestra per discutere dell’occupazione.

I motivi della protesta erano da ricercarsi nell’esito delle elezioni con la vittoria della destra, ma anche nei temi legati alla sicurezza durante l’alternanza scuola-lavoro e nei temi ambientali. Qualche cronista, e non solo, ha fatto notare che per manifestare il proprio dissenso ci sono molti modi e che occupare un luogo pubblico come una scuola è illegittimo, visto che viene negato l’accesso e il diritto allo studio di chi magari non si ritrova nella protesta. Per tutta risposta gli studenti dichiaravano: «Manifestiamo dentro le scuole perché esse costituiscono le fondamenta della società del futuro. Queste fondamenta sono costituite da noi, studenti e studentesse, dal nostro pensiero critico, dalla nostra agitazione». Come non concordare con tale dichiarazione? Ma se le scuole sono il luogo dove si impara il pensiero critico, la legalità, la cittadinanza e si studia la Costituzione, viene spontaneo chiedersi perché rispondere con un atto non del tutto democratico al risultato democraticamente uscito dalle urne.

L’articolo 1 della nostra Costituzione recita: «La sovranità appartiene al popolo che la esercita nei modi e nelle forme previste dalla Costituzione». Visto che la Carta costituzionale e le norme che disciplinano le modalità del voto sono state rispettate e che gli elettori hanno liberamente e democraticamente espresso la loro volontà, non resta che prendere atto del risultato. Questo non vuol dire non manifestare il proprio dissenso, ma farlo sempre con metodo democratico e, se si è opposizione, vigilare perché ciò sia sempre possibile. Un’ultima considerazione: dai dati post-elettorali è emerso che il primo partito è quello dell’astensione e i giovani tra i 18 e i 30 anni sono quelli che più hanno disertato le urne.

Allora la mia personale domanda agli studenti del Liceo Manzoni è: dove eravate negli ultimi due mesi prima del voto? Perché non vi siete mobilitati con le forze politiche in cui vi riconoscete per fare campagna elettorale e far conoscere le loro e le vostre istanze? E, se non vi riconoscete in nessuna forza, se davvero pensate che occupare sia l’unica strada, allora assumetevi la responsabilità dei vostri gesti e delle inevitabili conseguenze che possono passare da una sospensione o un cinque in condotta, con buona pace di quei genitori che poi non ci stanno e dicono: “E son ragazzi... ”.

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