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Quando sapere fa rima con crescere

17/01/2013  Donare il know how per promuovere lo sviluppo. La ong Grow Movement crea imprese e lavoro in Uganda, Rwanda e Malawi con la consulenza a distanza. A costo quasi zero, grazie al Web.

Promuovere lo sviluppo nei Paesi più poveri del mondo si può in tanti modi. La ong inglese Grow Movement (movimento per la crescita) ha scelto di farlo donando l’unica risorsa che non solo è inesauribile, ma quando viene usata, invece di consumarsi, cresce:  la conoscenza.

Una risorsa preziosa, ma che si può trasferire a costo bassissimo: basta una lingua comune, un telefono o un computer, una connessione internet. L’idea pare che funzioni:  237 imprenditori aiutati in soli due anni, con  risultati che parlano da soli (vedi tabella).

Grow Movement è stata fondata a Londra nel 2009 da Chris Coghlan, di professione gestore di  fondi d’investimento.

Chris è convinto che la nascita di nuove imprese, anche piccolissime ma autonome, sia un formidabile motore per uscire dalla povertà. “I potenziali imprenditori africani, tuttavia, spesso non riescono a realizzare i loro sogni per mancanza di informazioni e di abilità manageriali” dice Chris.

Per colmare questa lacuna, ha messo in piedi una rete di consulenti a distanza, tutti volontari, disposti  a condividere il loro know how  (tecnico, commerciale, finanziario, organizzativo) con imprenditori dei Paesi più poveri del mondo, via telefono o email. Niente viaggi e uno staff professionale di sole quattro persone, tutte africane: una  coordinatrice professionale e tre assistenti, uno nella sede centrale a Kampala e due nelle sedi periferiche in Rwanda e Malawi.

In questo modo i costi sono ridotti  al minimo.

Non tutti i progetti si prestano alla consulenza remota: un 20% circa viene scartato o sospeso.

Finanziano GM alcune fondazioni e tanti sostenitori privati, prevalentemente con donazioni online.

Risultati ottenuti a fine 2012

  • Consulenti volontari: 326 (da 47 Paesi, tra cui l’Italia)
  • Imprenditori africani coinvolti: 237
  • Progetti conclusi: 134 - progetti in corso: 89
  • Posti di lavoro creati: 335 (stima)
  • Beneficiari potenziali di ciascun progetto (con 4,5 persone per nucleo familiare): 41
  • Costo totale dei 73 progetti conclusi: circa 13mila euro
  • Costo medio di un progetto: 1300 euro
  • Costo di un posto di lavoro creato: circa 74 euro

Grafico: Distinzione per settori produttivi dei 73 progetti conclusi (agricoltura, manifatturiero, commercio, servizi, non profit, istruzione, sanità, immobiliare)



Per ora i progetti sono attivi in Uganda, Rwanda e Malawi, tre Paesi collocati agli ultimi posti nella graduatoria del reddito pro capite stilata dalla Banca Mondiale; obiettivo di Grow Movement è di estendere l’attività ad altre aree del continente africano.

I consulenti volontari si impegnano per almeno dodici settimane, con un minimo di un’ora settimanale di conversazione telefonica, il cui costo è a carico del volontario (con le card internazionali il costo stimato da Grow Movement è intorno ai 6 euro settimanali).
Un impegno ricambiato dalla ricchezza insita nello scambio di idee con persone sicuramente non comuni, espressione di culture completamente diverse, che dall’altra parte del globo condividono con il consulente un progetto imprenditoriale, ma anche il loro sogno di vita.

I requisiti per diventare consulente sono piuttosto elevati, a tutela degli imprenditori beneficiari. Occorre un’istruzione a livello universitario nelle discipline legate alla gestione aziendale; adattando i criteri all’Italia, possiamo parlare di laurea in materie tecnico-scientifiche o economiche più un master oppure un titolo professionale (avvocato, commercialista ecc.); in alternativa, un’esperienza post laurea di almeno cinque anni in contesti professionalizzanti, come grandi aziende, banche o società di consulenza, o ancora un’attività imprenditoriale propria. Indispensabile la capacità di comunicare in inglese.

Nicola Bianchi, 44 anni, una laurea in chimica a Milano, oggi manager di una multinazionale settore vernici, tante esperienze all’estero, una passione per il volontariato. Con Grow Movement ha fatto da consulente a Ibrahim, imprenditore ugandese nei servizi sociosanitari.


- Nicola, come hai conosciuto Grow Movement?

"Ho risposto a un’inserzione su Linkedin, il social network professionale. Mi hanno proposto alcune alternative per la consulenza e ho scelto di aiutare Ibrahim a sviluppare il suo Centro di riabilitazione per persone colpite da ictus (Stroke Rehabilitation Centre), alla periferia di Kampala, la capitale."


- Come si è svolta in concreto la consulenza?

"Ci siamo sentiti subito per mail e per telefono, abbiamo condiviso i diversi documenti che sintetizzavano gli obiettivi e gli attuali risultati del centro, poi abbiamo iniziato a sviluppare il business plan  avendo come disciplina quella di scambiare file aggiornati con cadenza settimanale e poi  bi-trisettimanale, discutendoli poi al telefono. Purtroppo Skype ha problemi di linea nella zona in cui vive Ibrahim…"


- Secondo te quali sono le difficoltà principali per persone come Ibrahim?

"Skill tecnici e voglia di fare ci sono, manca un po’ la progettazione e il controllo. Ibrahim ha avuto modo di verificare in prima persona come la pianificazione di determinati obiettivi possa facilitare la loro realizzazione. Io l’ho aiutato solo ad acquisire un metodo di lavoro ed una disciplina, da aggiungere alle sue già forti motivazioni. Una volta che il metodo è stato interiorizzato, e questo accade sempre e in tempi brevi, queste imprese acquisiscono quell’ autonomia che permette loro di camminare da soli."


- Sei soddisfatto dei risultati della consulenza?

"I risultati, seppure con pazienza e tempo, sono arrivati: posti letto raddoppiati, ad esempio, e un maggior flusso di finanziamenti pubblici, indispensabili – in Uganda come nel resto del mondo – per questo genere di attività."


- La collaborazione continua, siete anche diventati amici, immagino?

"Gli interventi  si diradano, com’è giusto che sia. Ci sentiamo ancora con Ibrahim per lavoare su altre criticità della sua impresa, nello specifico la gestione del personale e la relativa motivazione. Ovviamente il rapporto diventa anche umano e continua al di là dell’aspetto professionale ed è fonte di un grande arricchimento per tutti e due."

 
 
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