Dieci anni fa, insieme con la dotazione iniziale di 20 punti, come ricorda bene l'Asaps che è un po' la memoria storica dell'evoluzione del concetto di sicurezza stradale in Italia, si manifestò anche la paura, anzi l'amgoscia, di perdere tutti i punti, di rimanere all'improvviso senza patente, di dover rifare gli esami e, soprattutto, di non riuscire più a superare l'esame di guida, diventato nel frattempo più difficile a partire dai quiz. E così subito si studiarono i soliti furbeschi sistemi per aggirare la normativa.
Alcuni
divertenti esempi di rispetto delle regole "all'italiana": la macchina
nei pressi della discoteca di Riccione alle 4 di notte la guidava il
nonno… (qualche volta è poi risultato che era anche deceduto tempo
prima con dimenticanza della riconsegna della patente); la moto
giapponese da 300 km/h di velocità e 130 in prima marcia la guidava la
mamma 64enne (è successo anche questo, ricorda l'Asaps, ma il trucco è
sfumato immediatamente quando la polizia ha chiesto alla signora di
togliere dal cavalletto la moto del figlio convocato in ufficio); o
ancora, la superberlina tedesca da 100.000 euro dell’industriale e
albergatore viene sempre più spesso guidata dal dipendente filippino,
albanese o cingalese.
Insomma, una sorta di enciclopedia delle furberie - che ovviamente
continuano, e sono sempre spettacolari in termini di fantasia - non
sempre riuscite, oppure andate a segno anche per la collaborazione di
generosi giudici di pace, per evitare i tagli sui punti, quasi che gli
italiani
preferissero farsi tagliare una mano che mollare la presa sulla loro
patente di guida. E addirittura non sono mancate anche le vendite di
punti sul web.