Con mille ettari di bosco si assorbono 220.229 tonnellate di anidride carbonica, pari all’emissione media annua di 110.114 automobili. I metri cubi di acqua, filtrata e trattenuta in falda dagli alberi con impatti positivi sulla sua disponibilità e potabilità, sono invece 1.256.700 m3 l’anno, come quella contenuta da 502 piscine olimpioniche. La stessa estensione boschifera garantisce che 7,5 tonnellate di suolo non venga eroso e offre 458 ettari di area naturale accessibile per lo svago ed il tempo libero.
A fare “rumore” sono sempre gli alberi che cadono e fanno danni. Pensiamo a quelli schiantati dai venti fortissimi che si sono abbattuti a fine ottobre scorso nel Bellunsese, o a quelli sradicati di recente nel centro di Roma. Ma qual è il beneficio di un albero che sta in piedi? O, ancor meglio, di un’intera foresta? Vediamo nei boschi una generica garanzia per l’ambiente, un’opportunità di svago, un paesaggio godibile esteticamente, ma non siamo abituati a contare quanti litri d’acqua, o d’aria pulita, o ancora chilogrammi di terra buona, possa regalarci. Insomma, quanto benessere ci regala un abete, un faggio o un castagno?
C’è chi ha fatto, finalmente, i calcoli. E i primi boschi ad essere “misurati” al mondo sono stati quelli italiani. Il benessere prodotto dagli alberi è oggi misurabile scientificamente secondo la procedura di certificazione internazionale del Forest Stewardship Council (FSC). Una rivoluzione verde che parte proprio da 1.000 ettari di foreste italiane, prendendo in considerazione tutti gli impatti positivi offerti dal territorio, dalla biodiversità alla mitigazione degli inquinanti presenti nell’aria, dalla pulizia dell’acqua alla conservazione del suolo e promozione di attività ricreative.
Si trovano in Veneto, Lombardia e Trentino Alto Adige queste prime foreste al mondo ad aver calcolato scientificamente gli impatti che gli alberi hanno sulla collettività, in termini sia di salute per l’uomo sia per il contesto socio-economici del territorio. I dati e il sistema di certificazione del Forest Stewardship Council (che ha lavorato in collaborazione con Etifor (spin-off dell'Università di Padova) sono stati presentati nei giorni scorsi al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentali, Forestali e del Turismo (MIPAAFT) e rappresentano un vero e proprio modello di valorizzazione del ruolo multifunzionale delle foreste, replicabile su tutto il territorio nazionale.
Dopo una fase di test condotta negli anni scorsi su oltre dieci siti in otto Paesi, l’Italia è il primo ad aver ottenuto la certificazione a livello mondiale per tutti i cinque servizi ambientali presenti nel territorio, tecnicamente noti come "Servizi ecosistemici": conservazione delle specie animali e vegetali, miglioramento della qualità e quantità dell’acqua, aumento della stabilità e dei nutrienti contenuti nel suolo, aumento dello stoccaggio e sequestro del carbonio, miglioramento dei servizi turistico-ricreativi.
Dei 1.000 ettari di area boschiva che hanno ottenuto la certificazione FSC per i Servizi Ecosistemici, 65 ettari, una superficie pari a 108 campi da calcio, sono stati ripristinati attraverso l’impianto di 110.000 nuovi alberi; mentre 40 ettari presentano un suolo più ricco, con effetti positivi sulla diminuzione dell’erosione, sulla fertilità e il miglioramento dell’attività microbica. Gli alberi che crescono nei boschi certificati appartengono a 36 specie diverse, selezionate tra quelle che più si adattano al contesto locale, tra cui pino silvestre, abete rosso, larice, quercia, faggio, frassino e nocciolo.
Ogni specie, poi, ha impatti positivi diversi sull’uomo e offre un “servizio” specifico. Per dare un valore medio, lo studio condotto garantisce che un albero, quando ha raggiunto l’età adulta, riesce a catturare 0,65 tonnellate di anidride carbonica. Ciò significa che per catturare le emissioni medie annue di una automobile servono 3 alberi. “È un’immensa soddisfazione per noi essere stati i primi al mondo a calcolare scientificamente quanto gli alberi siano utili alla nostra vita: producono acqua potabile, riducono l’inquinamento e proteggono le nostre case da frane ed alluvioni. Grazie ad FSC, si ha la garanzia che questi miglioramenti siano visibili e quantificabili” ha aggiunto Lucio Brotto, Business Development Director di Etifor.
In Italia ci sono 11 milioni di ettari di boschi, due terzi dei quali sono in mano a piccoli proprietari privati che spesso ignorano di possederli o che li trascurano, complici gli ostacoli burocratici, logistici e gestionali. Nascono così gruppi e associazioni a supporto della gestione di queste aree che forniscono all’ente di certificazione, aiutati nell’analisi scientifica da realtà specializzate, evidenze sul loro operato e su come sia possibile creare valore aggiunto all’interno dei territori. Il Parco Oglio Sud in provincia di Cremona, con i suoi 75 ettari è il primo parco regionale italiano ad aver ottenuto la certificazione.