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Quanto costa non curare i bambini

22/09/2012  Intervenire in tempo può far risparmiare soldi in futuro. E, soprattutto, potrà rendere "normale" e felice la vita dei nostri piccoli

Risparmi oggi ma spendi domani. Il costo del mancato intervento sui bambini in età evolutiva si ripercuoterà – con gli interessi – nel futuro della società. Senza contare, naturalmente, cosa ben più grave, la difficoltà di vita che si troveranno ad affrontare quelle persone che, seguite al momento giusto, avrebbero potuto superare i loro problemi. Ne hanno discusso in Veneto in una due giorni conclusasi ieri, studiosi ed esperti convocati dalla università di Padova, dipartimento di psicologia dello sviluppo e socializzazione. «Aumentano le famiglie in difficoltà per problemi economici e relazionali», si è detto al convegno, «ma anche perché poste di fronte a problematiche nuove. Le conquiste della medicina, per esempio, permettono la sopravvivenza, la guarigione e spesso la cronicizzazione di patologie in passato mortali, con contestuali necessità di aiuti psicologici al soggetto e alla sua famiglia».

Inoltre si presentano all’attenzione della scuola e dei servizi problematiche sempre nuove di fronte alle quali ci si trova impreparati e con carenze di risorse. Richiamando quanto già accaduto negli Stati Uniti, l’università di Padova sottolinea come «la mancanza di strutture per l’intervento coi bambini piccoli ha portato alla situazione segnalata dai generali dell’esercito secondo i quali il 70 per cento di uomini e donne non può essere arruolato perché non  sufficientemente intelligente o sano. La polizia, invece, segnala che le scuole pubbliche sono diventate fabbriche di abbandoni scolastici producendo troppi ragazzi di 15 anni senza nessuna competenza che vivono nelle strade. La loro educazione sarebbe costata almeno tre volte meno del carcere a cui sono condannati».

L’Italia è ancora molto lontana da questi numeri, ma è di primaria importanza porsi il problema prima che sia troppo tardi. Secondo la professoressa Graziella Fava Vizziello, docente di psicopatologia e fra le organizzatrici del convegno «secondo gli analisti del nostro Ministero della Salute curare i bambini porterebbe a un aumento di un punto di Pil all’anno».

«Per i nostri figli aumentano depressione e dipendenza da computer, i disagi legati alla disoccupazione dei genitori, alle missioni di pace all’estero del nostro esercito. I padri che partono per queste missioni», spiega la Fava Vizziello, «e per i quali i figli percepiscono il rischio della morte danno scompensi molto gravi ai bambini. Così come i piccoli che sopravvivono a malattie un tempo inguaribili avranno comunque una vita difficile e andranno seguiti assieme ai loro genitori e ai loro fratelli, che sempre più spesso sviluppano patologie per essersi sentiti messi da parte».

Secondo uno studio italiano del 2000, i costi diretti annui per paziente ammonterebbero a quasi ottomila euro, quelli indiretti a 19mila. Uno studio inglese, invece, stima che il miglioramento nella distribuzione di abilità cognitive ridurrà la povertà del 2,2 per cento.

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