Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
venerdì 17 gennaio 2025
 
 

Una cambiamento per una scuola moderna

12/11/2013  Con la benedizione del Ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza si ri-comincia finalmente a parlare di ridurre i cinque anni di liceo a quattro allineandosi alla maggioranza dei Paesi europei.

Con la benedizione del Ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza si ri-comincia finalmente a parlare di ridurre i cinque anni di liceo a quattro allineandosi alla maggioranza dei Paesi europei e agli Stati Uniti.
L'idea che traspare dalle parole stesse del Ministro riguardano la possibilità di cominciare a fare dei cambiamenti sostanziali in un'istituzione granitica e immobile come quella della scuola italiana. Intervistata dal Messaggero il Ministro ha spiegati: «In Italia si creano dei tabù per non cambiare niente. Io sono empirica e dico: sperimentiamo e poi decideremo».

Per ora tre scuole paritarie parteciperanno alla sperimentazione: a Milano il Collegio San Carlo, l'Istituto Olga Fiorini di Busto Arsizio e a Brescia  il Liceo internazionale per l'Impresa Guido Carli.
Partecipando all'inaugurazione di quest'ultimo il Ministro ha spiegato che «Si tratta di un’esperienza che, a valle del monitoraggio che consenta di valutarne progressivamente i risultati, dovrebbe diventare un modello da replicare in tutta Italia anche per la scuola pubblica».


Numerosissime, di conseguenza, le polemiche
per questa scelta moderna e coraggiosa che ci avvicina a quei  Paesi stranieri dove il sistema scolastico sotto certi aspetti appare più agile, sembra andare incontro alle esigenze dei ragazzi, della società e del mondo del lavoro prima che ai bisogni dei suoi dipendenti  che, in Italia, hanno prontamente espresso la loro contrarietà.

I sindacati ricordano infatti che tale riorganizzazione porterebbe alla perdita  di quasi 40mila cattedre. Il ministero risparmierebbe oltre un miliardo e 300 milioni di euro all'anno, ma per diverso tempo diminuirebbero le possibilità di essere immessi in ruolo migliaia di precari in attesa da decenni del posto fisso.

Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo