L'11 febbraio del 2013, quattro anni fa, papa Benedetto XVI rinunciava al ministero petrino. Un gesto inedito che lasciò in quel momento la Chiesa, e il mondo, spiazzati. Per tornare a un Papa che lasciava il Soglio pontificio bisognava risalire a secoli prima e in quei giorni tanto si parlò di Celestino V. Come anche molteplici furono le ipotesi sulle motivazioni del gesto, che invece Papa Benedetto aveva spiegato chiaramente: l'impossibilità di procedere nella guida della Chiesa per il venir meno delle forze con l'età che avanzava. Joseph Ratzinger aveva annunciato che avrebbe condotto in futuro una vita da monaco, in contemplazione, e che avrebbe servito la Chiesa in altro modo, pregando. E così è stato: dopo una pausa iniziale a Castel Gandolfo oggi vive nel monastero Mater Ecclesiae all'interno del Vaticano, immerso nei giardini dove ancora talvolta va a pregare. Riceve visite e continua a informarsi, a leggere. Prega e ascolta musica. Fortissimo il legame con papa Francesco: si sentono telefonicamente e si incontrano. In alcune occasioni pubbliche in questi quattro anni Bergoglio lo ha voluto accanto a sé. Come all'apertura del Giubileo della Misericordia dell’8 dicembre 2015 dove l'anziano Ratzinger ha varcato la soglia, dopo papa Francesco, come primo pellegrino dell'Anno Santo.
«Bergoglio sente il sostegno della presenza e della preghiera del Papa emerito»
«Il modo in cui ha vissuto e vive questi anni corrisponde a quello che ci aveva detto, cioè vivere nelle preghiera, nel ritiro, da un punto di vista spirituale e con estrema discrezione, il suo servizio di accompagnamento nella preghiera della vita della Chiesa e di solidarietà anche, con il suo successore proprio nella sua responsabilità. Questo è quello che sta avvenendo, in piena serenità», ha detto a Radio Vaticana padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, già responsabile della Sala Stampa della Santa Sede e portavoce del Papa, prima con Benedetto XVI e poi, fino alla scorsa estate, con Francesco. Parlando dei rapporti tra il Papa emerito e Francesco, padre Lombardi sottolinea che Bergoglio sente «il sostegno di questa presenza e di questa preghiera» e «coltiva questo rapporto, a volte con delle visite, a volte con delle chiamate telefoniche, certamente con molti segni di familiarità, di rispetto e di attesa del sostegno spirituale. Quindi stiamo vivendo questa realtà inedita, ma è bella, è consolante; direi che tutte le volte che vediamo delle immagini di Papa Francesco e il suo predecessore insieme, è una grande gioia per tutti ed è un bell'esempio di unione nella Chiesa, nella varietà delle condizioni».
Sulle condizioni di salute di Benedetto XVI padre Lombardi riferisce che è «perfetto dal punto di vista della lucidità, della presenza spirituale, mentale, e quindi è un vero piacere stare con lui. Naturalmente il tempo passa e quindi le forze non aumentano strada facendo, mentre quelle mentali e spirituali sono perfette, le forze fisiche vanno dunque un po’ indebolendosi. Tuttavia è una persona che non ha malattie particolari, quindi si vede la fragilità che aumenta con l'età, però sta in piedi, può camminare in casa. Lo si incontra come una persona anziana divenuta un po’ più fragile con il passare del tempo, ma che è perfettamente presente e che è piacevolissimo incontrare».