«Ho deciso di prendere la cittadinanza italiana per assicurarmi il diritto di viaggiare senza problemi dentro l’Unione Europea. Mi sono sentito male, dopo il voto del referendum del 2016, che ha dato via alla Brexit, perche’ ho capito che i confini delle isole britanniche si erano chiusi per sempre».
Patrick Webb, 52 anni, docente nella facolta’ di ingegneria dell’università di Loughborough, centro d’Inghilterra, britannico doc, anche se con origini irlandesi, non è solo. In centinaia, britannici e non, hanno deciso di diventare italiani di adozione per garantirsi l’accesso all’Europa.
«Sì. Il fenomeno esiste ed è significativo», conferma Francesco Ruiz, addetto stampa dell’ambasciata di Londra, «I consolati di Londra e Edimburgo hanno registrato un aumento considerevole delle richieste di cittadinanza italiana anche se non abbiamo un dato specifico che riguardi i britannici. Dal 1 gennaio al 1 luglio le domande di cittadini stranieri, sposati con italiani, che vogliono ottenere la cittadinanza, sono state 447, la meta’ della cifra raggiunta alla fine di dicembre dello scorso anno».
«Al raddoppio di coloro che vogliono diventare italiani via. coniuge va aggiunto il numero di discendenti italiani che abitano in Gran Bretagna da sempre e non hanno fatto richiesta fino ad oggi. I messaggi di posta elettronica, inviati al consolato, dal voto del referendum sulla Brexit del 23 giugno 2016, di questi figli, nipoti o pronipoti di italiani, sono stati 800. La metà chiedono che anche i coniugi possano fare domanda. I neoitaliani diventerebbero, in questo modo, 1400», dice ancora l’addetto stampa, «Anche cittadini britannici che hanno perso la cittadinanza italiana e vogliono riacquistarla si sono rivolti a noi. Ci sono state diverse domande nella fascia di eta’ tra i settanta e i novant’anni compresa quella di un’ ultranovantenne».
Nel caso del professor Patrick Webb l’iter per l’acquisto della cittadinanza italiana sarà tutto in salita perche’ il docente e’ nato a Tripoli nel 1966 e ha poi abitato nella Papa Nuova Guinea, a Singapore e in Australia, oltre che in Gran Bretagna, e produrre documenti relativi a tutti questi paesi sara’ complicato.
Di solito la documentazione necessaria comprende il certificato di matrimonio, l’atto di nascita e il certificato penale ed è necessario pagare 250 euro.
Il consolato italiano di Londra prevede che le domande aumenteranno l’anno prossimo, all’avvicinarsi della data del 29 marzo 2019, quando la dipartita del Regno Unito dall’Unione Europea sara’ stata completata.
Il fenomeno non riguarda soltanto gli italiani ma anche i francesi, gli spagnoli, i tedeschi e i polacchi. Tutti i consolati londinesi di queste nazionalità hanno registrato un aumento delle richieste di cittadinanza post Brexit.
Notevole il fenomeno irlandese perché milioni di britannici sono figli o nipoti di genitori o nonni made in Eire e hanno deciso di usare questa strada per mantenere un piede nell’Unione Europea.
I consolati irlandesi di Londra e Edimburgo sono stati letteralmente inondati dalle richieste e messi in difficolta’ all’indomani del referendum del 23 giugno 2016.
Soltanto l’ambasciata di Londra ha ricevuto più domande, nel mese successivo al voto per il Brexit, che in tutto il 2015. Se guardiamo, poi, a tutto il Regno Unito, e ai vari consolati irlandesi, scopriamo che oltre 37.000 persone, nei tre mesi dopo il voto per la Brexit, volevano la nazionalità irlandese, l’83% in più rispetto agli stessi mesi del 2015.
Una vera nazione – si tratta di circa sei milioni di “British” - discendenti di emigrati dalla Repubblica d’Irlanda dei secoli scorsi, che potrebbero fare richiesta di cittadinanza.