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Quei bambini autistici dimenticati dallo Stato

27/05/2019  Ultimo film presentato a Cannes, The specials, racconta la vicenda di Bruno, interpretato da Vincent Cassel, che si occupa con dolente umanità dei ragazzi affetti da autismo

Nel 2018 la Francia è stata denunciata dalle Nazioni Unite per il (mal)trattamento riservato ai bambini autistici. Violazioni dei diritti, impossibilità di andare a scuola, abuso nell’utilizzo degli psicofarmaci, addirittura minacce ai genitori che non vogliono “internare” i loro figli. La condanna è arrivata anche dal Consiglio d’Europa. Per far fronte all’assenza dello Stato, sono nate delle associazioni create da privati, senza alcuna qualifica. Sono persone comuni, volontari non professionisti. Mettono la loro vita al servizio di chi ha bisogno. Ed è proprio da qui che parte la nuova commedia agrodolce dei registi Olivier Nakache ed Eric Toledano The Specials, film di chiusura della settantaduesima edizione del Festival di Cannes. 
Bruno regala ogni momento della sua giornata ai giovani che soffrono di gravi forme di autismo. Sono la sua famiglia. Cerca di placarli nei momenti più difficili, prova a farli diventare indipendenti, li spinge a integrarsi. Non ha una compagna, il telefono non smette mai di squillare, deve far fronte a mille emergenze. Attorno a lui prende forma una comunità, un gruppo che impara a crescere, a confrontarsi, a superare insieme “l’impossibile”. 
The Specials ha un cuore grande, racconta una realtà forse poco conosciuta, dà voce a chi sfida la tempesta in silenzio. Eroi contemporanei, guerrieri che non cedono davanti alle imposizioni del sistema. Nakache e Toledano puntano a sensibilizzare, mettono in scena esistenze complesse, al limite. Si torna ai tempi di Quasi amici, quando la periferia incontrava le classi più agiate, la malattia si trasformava in un nuovo inizio. Siamo vicini allo spirito di Samba. In fondo The Specials è una storia d’amore, tra un uomo e la sua vocazione, è un ritratto di profonda umanità. C’est la vie, si potrebbe dire citando l’ultimo geniale lavoro della coppia francese. 
Ma qui non ci sono funambolici ricevimenti, feste di matrimonio che si concludono con lo sposo che “vola via”. I due si concentrano sui sorrisi a denti stretti, sul trionfo dei buoni sentimenti. Alternano la tenerezza agli allarmi, condannano anche il Ministero della Sanità, che manda i suoi funzionari a ostacolare il volenteroso Bruno. Il protagonista ha il volto di un Vincent Cassel scavato, vittima ma mai carnefice. È come un padre putativo che non smette di lottare, piegato (forse) solo dall’andare degli anni. Il film non ha ancora una data di uscita in Italia, ma sarà distribuito da Videa. Una degna conclusione per il Festival che, dopo la Palma d’Oro alle differenze di classe di Parasite e il Premio della Giuria alle banlieu di Les Misérables, non smette di interrogarsi sul destino degli ultimi.   

 
 
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