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sabato 05 ottobre 2024
 
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Quei conti che non tornano se lei non è più dolce e mite

30/08/2018  Un marito italiano e una moglie, più giovane, Pakistana. Lei, dopo diceci anni, non è più felice ma lui si aspetta gratitudine per quello che ha fatto per lei...

Bella e dolce, trentenne, pakistana; io falegname di quarantadue anni l’ho sposata con tutto il cuore! Le ho dato cittadinanza, casa, famiglia. Sono passati dieci anni, due figli, ma lei non è più come un tempo. Sembra nervosa, triste, dice che le giornate non le passano più! E pensare che io lavoro tutto il giorno! Che fare?

GIACOMO

— Caro Giacomo, lasciaci dire la nostra prima impressione alla lettura della tua lettera: hai aperto con tua moglie una sorta di contabilità in cui ti senti grandemente in credito, non ultimo il fatto che recentemente ti sei riempito la casa di lontani parenti pakistani per una settimana, hai finanziato il loro viaggio perché lei voleva “vantarsi” della sua fortuna italiana... e ora i conti non ti tornano, perché lei non è più così dolce, mite, sottomessa, grata come un tempo? Come osa essere triste, nervosa? Dopo tutto quello che tu (e la tua santa madre, aggiungi) hai fatto per lei? Il punto è che il matrimonio non è una partita doppia, in cui uno (come te) calcola le entrate e le uscite e si aspetta almeno il pareggio. Tu la descrivi orfana, allevata da zii che la maltrattavano, infelice e sola dopo “il viaggio della speranza”, come lei lo chiama; e tu hai creduto di darle tutto e farla felice: è un equivoco molto frequente, caro marito bergamasco; e cioè il diritto alla gratitudine imperitura come regalo di nozze. Permettici: tu ti sei sentito superiore, nella tua sicurezza economica, nel tuo generoso tentativo di assicurarle una famiglia, una casa, una parentela che in qualche modo l’ha accettata. Prova però a vedere il tuo rapporto con la pakistana (a proposito, ha un nome??) da un nuovo punto di vista: che cosa deve essere stato per lei vivere con un uomo di oltre quarant’anni, con tutte le sue abitudini rigide, con il suo ostinato modo di mettersi sul piedistallo, con una suocera porta a porta, abituata a gestire non solo casa sua, ma quest’unico figlio che è il senso della sua vita... non ti pare che anche lei abbia avuto le sue difficoltà? Perché non le dai il diritto di sentirsi un po’ sola, nonostante – come tu riconosci – sia una buona casalinga e un’ottima madre... Forse ha bisogno di sentirselo dire che tu la apprezzi molto e non dai nulla per scontato... Se hai ora pensato che la gratitudine nel vostro ménage sia reciproca... allora sei sulla strada giusta!

 
 
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