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martedì 17 settembre 2024
 
CONFLITTI DIMENTICATI
 

Alle radici delle guerre di cui nessuno parla

31/12/2021  «Violenza e povertà sono cresciute. Ecco dove e perché», spiegano i curatori della ricerca "Falsi equilibri. Rapporto su diseguaglianze e conflitti dimenticati" (San Paolo). Nel 2020, nel mondo, le spese militari sono aumentate del 2,6% in termini reali (+9,3% nell’ultimo decennio) e sono ora pari a 1.981 miliardi di dollari

Sono aumentate. Nonostante il Covid. Nonostante l’ansia di pace che, unitamente al desiderio di salvare il pianeta, ha portato di nuovo i giovani in piazza. «Nel 2019 le guerre ad alta intensità, quelle per capirci dove si combatte, si soffre e si muore a causa di veri e propri combattimenti, erano 15; nel 2020, 21. E la cifra non tiene conto dell’ultimo focolaio di sanguinosa violenza che ha incendiato l’Etiopia, dal Tigray ad Addis Abeba», spiegano Paolo Beccegato, 55 anni, e Walter Nanni, 59, rispettivamente vicedirettore e responsabile dell’Ufficio studi della Caritas italiana, curatori dell’ultimo Rapporto sui conflitti dimenticati, promosso dalla stessa Caritas in collaborazione con Avvenire, Famiglia Cristiana e il ministero dell’Istruzione. «Questa è la settima ricerca, frutto di un progetto avviato nel 2001», spiega Beccegato. Due i punti di vista particolari scelti: la pandemia e le diseguaglianze. «Se il Covid di per sé non ha portato all’inizio di nessun nuovo conflitto», sottolinea Nanni, «e se è vero che per fronteggiare l’emergenza sanitaria in nove Paesi (Camerun, Colombia, India, Myanmar, Filippine, Thailandia, Ucraina, Yemen e Arabia Saudita) sono stati stabiliti cessate il fuoco temporanei, è altresì vero che il lockdown è stato spesso strumentalmente utilizzato da alcuni regimi per frenare o posticipare sine die le manifestazioni politiche delle opposizioni. In altri casi, gli eventi di piazza convocati per protestare contro le misure di contenimento del contagio decise dai Governi si sono inaspriti, anche a causa dell’evidente infiltrazioni di soggetti violenti». La  crescente povertà ( a fronte di costosi arsenali sempre più pieni:  nel 2020, nel mondo, le spese militari sono aumentate del 2,6% e sono ora pari a 1.981 miliardi di dollari Usa) ha avuto, inoltre, un ruolo. «Stando all’Onu», puntualizza Beccegato, «oggi 235 milioni  di donne, uomini e bambini necessitano di protezione e aiuto umanitario. Una cifra record generata dalle conseguenze mediche e non della pandemia, ma anche dai sempre più diffusi cambiamenti climatici, dalle carestie e, non da ultimo, dalla rinnovata crescita delle guerre». A fronte di un quadro così preoccupante, la prima difficoltà è far sapere. La Caritas italiana ha affidato all’Istituto Demopolis di Pietro Vento il compito di sondare il grado di conoscenza degli italiani. «Dai risultati dell’indagine svolta a maggio, risulta che il pensiero dei nostri connazionali circa i conflitti attivi nel mondo sia, come dire, sommerso, eppure capace di riaffiorare se sollecitato», concordano Paolo Beccegato e Walter Nanni.

«Nel dettaglio: il 53% degli interpellati ricorda almeno una guerra (il 47 per cento, però, fa scena muta), l’80% ritiene che gli scontri, per quanto lontani, incidano in qualche modo sulle dinamiche socio-economiche dell’Italia; il  45% pensa che la voce del Papa e della Chiesa sia quella che più di altre attira attenzione sui conflitti dimenticati (per il 43% il risultato lo ottengono invece i volontari e le Ong, solo il 30% dice i mass media); il 74% chiede un serio potenziamento dell’Onu. Un sondaggio condotto tra gli studenti delle scuole medie superiori, infine, svela una consapevolezza più diffusa tra le nuove generazioni, soprattutto nella componente femminile, le quali, dopo aver ammesso d’essere informate prevalentemente su due conflitti (Afghanistan e Siria), sanno comunque indicare con precisione l’area  geografica dove si combatte di più oggi: l’Africa subsahariana, dove si concentrano 11 guerre su 21».

Il Rapporto (pubblicato dalla San Paolo, 302 pagine, 26 euro) è stato presentato a Roma il 9 dicembre 2021 presso l’Auditorium di via Aurelia 796. È intervenuto, tra gli altri, don Antonio Rizzolo, direttore di Famiglia Cristiana.

«Guerre e povertà, il mondo ha la febbre alta», conclude Paolo Beccegato. «Il Rapporto non si limita alla denuncia. Offre riflessioni e proposte circa modi concreti per rendere la democrazia più inclusiva, per rimettere la finanza al servizio dell’economia reale e per rafforzare il governo di un mondo multipolare. Insomma, è e vuole essere un contributo costruttivo alla ripresa di cui c’è estremamente bisogno».

Falsi equilibri. Rapporto su diseguaglianze e conflitti dimenticati

€ 26,00 € 24,70 -5% Editore: San Paolo Edizioni Collana: Problemi sociali d'oggi Pubblicazione: 11/10/2021 Pagine: 304 Formato: Libro ISBN: 9788892226524 Questo Rapporto rappresenta la settima tappa di un percorso di studio sui conflitti dimenticati. È frutto di un lungo lavoro portato avanti da un gruppo di studiosi ed enti accreditati, sul rapporto tra guerre e diseguaglianze, nel mutato contesto internazionale, segnato in modo rilevante dall’emergenza sanitaria del Covid-19.

 
 
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