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sabato 22 marzo 2025
 
L'incontro
 

Quel caloroso abbraccio tra Francesco e padre Sorge

08/12/2019  In occasione dell'udienza per i 70 anni della prestigiosa rivista Aggiornamenti sociali

Un abbraccio caloroso e uno scambio di battute. «Ho incontrato cinque Papi…», dice l’anziano gesuita al confratello che siede sulla cattedra di Pietro. «Le auguro di conoscere anche il sesto».

Sorrisi di cuore durante l’udienza alla redazione di Aggiornamenti Sociali  ricevuta da papa Francesco stamattina, venerdì 6 novembre, presso la Sala del Concistoro, in occasione del 70° anniversario dell’inizio delle pubblicazioni (gennaio 1950). Tra i presenti anche padre Bartolomeo Sorge, 90 anni, direttore emerito. «Grazie padre Bartolomeo di essere venuto», ha detto Francesco, ricordando una conoscenza di lunga data. «Con il padre Bartolomeo abbiamo fatto la 32.ma congregazione generale [dei Gesuiti] nel ’74, si ricorda? Quelle lotte interne, quei problemi…. È stato un pioniere in questo e lo ringrazio». Poi rivolgendosi alla cinquantina di persone presenti  -  i membri della redazione di Milano, gesuiti e laici, e di Palermo, e quindi docenti, ricercatori, professionisti, persone impegnate in ambito sociale e civile che partecipano al comitato scientifico, ai gruppi di studio e di riflessione che supportano il lavoro della rivista e il Provinciale dei gesuiti italiani, padre Gianfranco Matarazzo  – il Papa ha esortato ad andare avanti con coraggio: «Ringrazio anche voi di portare le radici, la memoria dello sviluppo del lavoro sociale, che è importante. Non perdete il coraggio, perché poco tempo fa ho letto qualcosa di una chiarezza che ha fatto tremare, non dico la politica italiana, ma sicuramente almeno la Chiesa italiana!», ha detto il Papa senza però entrare nel merito. «Mai, mai coprire la realtà. Dire sempre: “E’ così”. Mai coprirla con quella rassegnazione del “vedremo..., forse dopo cambierà...”. Mai coprirla: la realtà così com’è. Poi, cercare di capirla nella sua autonomia interpretativa, perché anche la realtà ha un modo di interpretare sé stessa. Si deve capirla».

Francesco ha preferito consegnare il lungo discorso che aveva preparato e parlare a braccio. Prima del suo intervento,  il direttore di Aggiornamenti Sociali, padre Giacomo Costa, ha rivolto alcune parole di saluto e ringraziamento. Dopo avere ricordato brevemente il contesto in cui è nata la rivista, padre Costa ha evidenziato come oggi si cerchi «di “aggiornare” questa eredità nella chiave della riconciliazione, proposta dalle ultime Congregazioni Generali della Compagnia, ma soprattutto cercando di promuovere l’ecologia integrale come paradigma di giustizia appropriato al mondo di oggi». In questo senso, ha detto, «la Laudato si’ è un riferimento e uno stimolo costante del nostro lavoro».

Padre Costa ha poi sottolineato come Aggiornamenti Sociali sia oggi molto più di una rivista: «Promuove un numero crescente di reti e iniziative di ricerca e formazione politica ed etica, a cui partecipa a livello nazionale e internazionale. Ancora, offre proposte di spiritualità dell’impegno sociale e politico, anche in ambito economico-imprenditoriale, e nell’accompagnamento di realtà e organizzazioni ecclesiali in percorsi di discernimento».

Il Papa, riallacciandosi alle parole di Costa, ha sottolineato la necessità di porsi in ascolto della realtà e dell’altro. «Mai si può dare un orientamento, una strada, un suggerimento senza l’ascolto. L’ascolto è proprio l’atteggiamento fondamentale di ogni persona che vuole fare qualcosa per gli altri. Ascoltare le situazioni, ascoltare i problemi, apertamente, senza pregiudizi». L’ascolto richiede «mente e cuore aperti, senza pregiudizi». Oggi, per esempio, ha aggiunto Francesco, «in Europa stiamo vivendo il pregiudizio dei populismi, i Paesi si chiudono e tornano le ideologie. Ma non soltanto nuove ideologie – qualcuna c’è – ma tornano le vecchie, le vecchie ideologie che hanno fatto la seconda guerra mondiale».  Un atteggiamento che nasce da un mancato ascolto della realtà. «C’è una proiezione di quello che io voglio che si faccia, che io voglio che si pensi, che ci sia... E’ un complesso che ci fa sostituire a Dio creatore: la realtà è quello che io voglio che sia».

Il secondo passo, dopo l’ascolto, dice Francesco ai redattori del periodico, è «dialogare con la realtà».

Fare un dialogo con quella realtà partendo dai valori del Vangelo, dalle cose che Gesù ci ha insegnato, senza imporle dogmaticamente, ma con il dialogo e il discernimento». «Se voi partite da preconcetti o posizioni precostituite, da pre-decisioni dogmatiche, mai, mai arriverete a dare un messaggio». «Oggi non ci sono “autostrade” per l’evangelizzazione, non ce ne sono. Soltanto sentieri umili, umili, che ci porteranno avanti».

E, sempre parlando a braccio, e facendo risuonare probabilmente quanto spesso va ripetendo a se stesso, Francesco ha aggiunto: «Uno che non si muove per paura di cadere o scivolare o sbagliare, mai, mai sarà fecondo nella vita. Andate avanti, coraggiosamente. E se la critica è buona vi farà crescere. Vi farà vedere dove sono stati gli sbagli. E se la critica viene da un cuore cattivo, vi farà “ballare” un po’ con l’accanimento che succede in questi casi... Ma mantenete sempre la libertà interiore, e la libertà interiore ce l’ha solo chi prega, chi si mette davanti a Dio, chi prende il Vangelo, questa è la libertà interiore. Questo non è pietismo, no, è autenticità. Con le mani al lavoro, e con il cuore a sentire cosa succede nella gente».

 

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