Don Emmanuel Mugiraneza è il giovane viceparroco della cattedrale di Teramo. Africano, del Ruanda, è noto ai teramani non solo per la statura svettante e la signorile figura longilinea, ma anche per la gentilezza, l’umiltà e per l’aspetto distinto, spirituale. Un uomo che fa onore alla terra africana. Don Emmanuel studia Teologia spirituale alla Pontificia università Teresianum di Roma. Per questo fa la spola fra Teramo e Roma. Qualche sera fa, mentre tornava dalla capitale su un pullman, un fattorino, mentre gli faceva il biglietto, lo ha apostrofato con inconcepibile tracotanza, dicendogli: «Brutto negro». Don Emmanuel ha reagito con la dignità del silenzio, ma è tornato in città con tanta amarezza nel cuore, confidando: «La gente sta cambiando».
Sì, è vero, caro don Emmanuel, la gente sta cambiando. Persino in una regione proverbialmente umana e accogliente come l’Abruzzo. Queste cose, prima, non succedevano. Nei villaggi sperduti della montagna abruzzese vivono gruppi di africani ben integrati con la nostra gente. Inoltre, basta guardare l’annuario della diocesi di Teramo- Atri per rendersi conto che il clero di colore ha un numero quasi equivalente a quello europeo.
LUCIANO VERDONE - Teramo
La nostra gente sta cambiando, in Abruzzo come in altre regioni italiane? È la sensazione di molti. Eppure sono convinto che ci sia ancora tanta bontà nell’animo degli italiani, che ci sia spirito di accoglienza e di solidarietà. Qual è, allora, il problema? Ci sono degli aspetti oggettivi nella difficoltà di accogliere i migranti e di avere un buon rapporto con gli stranieri, in buona parte a causa dell’incapacità della politica. Ma al fondo penso che ci siano altre motivazioni. La prima è la paura. Chi è diverso, per cultura o colore della pelle, fa paura; ciò che anche solo di poco ci costringe a modificare le nostre abitudini, la nostra visione delle cose, fa paura. Una società fatta di anziani come la nostra è più esposta a questi timori. Ma la paura si vince non facendo crescere allarme e tensione, ma affrontandola, comprendendola e vincendola attraverso il dialogo, l’incontro personale, la conoscenza, lo scambio. La seconda motivazione del cambiamento della nostra gente è dovuta alla propaganda, all’enfasi data da tanti siti e giornali di (pseudo)informazione a tutto ciò che di negativo riguarda gli stranieri. Non si tratta solo di notizie false, ma anche di informazioni vere modificate ad arte per suscitare, oltre alla paura, l’odio e il risentimento. Nulla di tutto questo è minimamente cristiano. Concludo con un incoraggiamento a don Emmanuel e la promessa di una preghiera.