Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
lunedì 07 ottobre 2024
 
Colloqui col Padre
 

«Quel razzismo contro il nostro don Mugiraneza: gente che cambia in peggio»

06/12/2017 

Don Emmanuel Mugiraneza è il giovane viceparroco della cattedrale di Teramo. Africano, del Ruanda, è noto ai teramani non solo per la statura svettante e la signorile figura longilinea, ma anche per la gentilezza, l’umiltà e per l’aspetto distinto, spirituale. Un uomo che fa onore alla terra africana. Don Emmanuel studia Teologia spirituale alla Pontificia università Teresianum di Roma. Per questo fa la spola fra Teramo e Roma. Qualche sera fa, mentre tornava dalla capitale su un pullman, un fattorino, mentre gli faceva il biglietto, lo ha apostrofato con inconcepibile tracotanza, dicendogli: «Brutto negro». Don Emmanuel ha reagito con la dignità del silenzio, ma è tornato in città con tanta amarezza nel cuore, confidando: «La gente sta cambiando».

Sì, è vero, caro don Emmanuel, la gente sta cambiando. Persino in una regione proverbialmente umana e accogliente come l’Abruzzo. Queste cose, prima, non succedevano. Nei villaggi sperduti della montagna abruzzese vivono gruppi di africani ben integrati con la nostra gente. Inoltre, basta guardare l’annuario della diocesi di Teramo- Atri per rendersi conto che il clero di colore ha un numero quasi equivalente a quello europeo.

LUCIANO VERDONE - Teramo

La nostra gente sta cambiando, in Abruzzo come in altre regioni italiane? È la sensazione di molti. Eppure sono convinto che ci sia ancora tanta bontà nell’animo degli italiani, che ci sia spirito di accoglienza e di solidarietà. Qual è, allora, il problema? Ci sono degli aspetti oggettivi nella difficoltà di accogliere i migranti e di avere un buon rapporto con gli stranieri, in buona parte a causa dell’incapacità della politica. Ma al fondo penso che ci siano altre motivazioni. La prima è la paura. Chi è diverso, per cultura o colore della pelle, fa paura; ciò che anche solo di poco ci costringe a modificare le nostre abitudini, la nostra visione delle cose, fa paura. Una società fatta di anziani come la nostra è più esposta a questi timori. Ma la paura si vince non facendo crescere allarme e tensione, ma affrontandola, comprendendola e vincendola attraverso il dialogo, l’incontro personale, la conoscenza, lo scambio. La seconda motivazione del cambiamento della nostra gente è dovuta alla propaganda, all’enfasi data da tanti siti e giornali di (pseudo)informazione a tutto ciò che di negativo riguarda gli stranieri. Non si tratta solo di notizie false, ma anche di informazioni vere modificate ad arte per suscitare, oltre alla paura, l’odio e il risentimento. Nulla di tutto questo è minimamente cristiano. Concludo con un incoraggiamento a don Emmanuel e la promessa di una preghiera.

I vostri commenti
5

Stai visualizzando  dei 5 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo