Sono il papà di una bambina di terza elementare. Lavoro con i turni e mi capita spesso di andarla a prendere e di parlare con gli altri genitori. Ogni tanto sono in imbarazzo perché mia figlia è una a cui piace raccontare che cosa succede fin nei minimi particolari... Tante volte il racconto delle mamme non coincide per nulla con il suo. Una sua compagna, che dà fastidio e vuole sempre comandare, arriva a minacciare le compagne se non fanno come vuole lei. Se si ascolta sua madre che la incensa sempre, invece, è lei a essere cercata da tutte. Io vorrei provare a intervenire perché certe mamme preoccupate non hanno il coraggio di affrontare questa signora che è molto... decisa. Ma non vorrei peggiorare le cose o attirare malumori.
SEBASTIANO
— Caro Sebastiano, direi che per intervenire direttamente sui fatti dovresti citare il racconto di tua figlia e questo potrebbe metterla in difficoltà con le amiche. Capita infatti che talvolta noi adulti, non valutando la differenza tra la nostra capacità di gestire le critiche e la loro, li mettiamo in difficoltà con un racconto che poi, tramandato di voce in voce, rischia di assumere significati ben diversi... Proprio per questi meccanismi sarebbe meglio che i ragazzi sbrighino tra loro le piccole vicende del quotidiano. Ma certo se le “minacce” ti risultano qualcosa di più di semplici scherzi tra amiche, varrebbe la pena di coinvolgere gli insegnanti, che sono nella posizione migliore per giudicare la serietà delle questioni e anche il comportamento dei ragazzi coinvolti. Proprio in questi giorni ho letto un bellissimo editoriale di Flavio Peloso sulla rivista Don Orione2 che scrive sul “vivi e lascia vivere” tanto diffuso oggi come alibi di chi non vuole problemi e vuole vivere tranquillo: «Nei nostri tempi di confusione, di indifferenza etica e di disimpegno sociale, si traduce nella pratica di non interferire mai nella vita e nei comportamenti altrui; qualunque cosa vedi, anche la peggiore, chiudi gli occhi e tira dritto. A volte è il manifesto del menefreghismo, la chiave di lettura preferita del conformista e del mediocre». Val la pena ricordarselo.