Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 13 ottobre 2024
 
M5s e informazione
 

Quel vecchio vizio di insultare i giornalisti

15/11/2018  Non sono tanto gravi i toni sprezzanti e grevi con cui i leader del M5s Di Maio e Di Battista si sono scagliati contro i mezzi d'informazione, quanto il rischio di una deriva autoritaria annunciata dalla minaccia di future leggi sulla stampa

Tempi duri per i giornalisti. Dopo gli insulti sono arrivate anche le liste dei “buoni” e dei “cattivi”, un po’ come a scuola quando c’era il capoclasse. Neanche il tempo di apprendere la notizia dell’assoluzione di Virginia Raggi, che s’è messa in moto la controffensiva grillina, a colpi d’artiglieria pesante: il ministro pentastellato Luigi Di Maio da Roma e l’ex-deputato Alessandro Di Battista dall’America Latina, hanno sparato ad “alzo zero” contro i giornalisti, rei, secondo loro, di aver raccontato solo un mucchio di fandonie sulla vicenda giudiziaria che ha coinvolto la sindaca della Capitale e averne infangato l’immagine, per partito preso, ovviamente. Di Maio ha omaggiato la categoria parlando di “infimi sciacalli”; Di Battista ha precisato con eleganza che chi lavora nei giornali e nelle tv è un “pennivendolo e uno put..na”.   

   E per chi non avesse compreso i “francesismi”, il giorno dopo è arrivata pure la precisazione: ma sono proprio tutti venduti e corrotti gli uomini dell’informazione nostrana? No, dai, qualcuno che si salva c’è. Il sistema non è tutto marcio. Qualcuno tiene ancora “la schiena dritta” e le racconta giuste da  giornalista libero. Segue lista, o meglio listarella, dato lo sparuto numero dei “buoni” elencati: la miseria di otto giornalisti in tutto. Anche se con l’aggiunta, per onor del vero,  di qualche decina di anonimi colleghi e colleghe che, sempre secondo il leader dei M5s, avrebbero “capito che chi davvero sta colpendo la libertà di stampa sono i “sicari dell’informazione”. Nientedimeno.

Ma passi che ad esternare sia un “privato cittadino”, com’è, al momento, il signor Di Battista, ma se a farlo è il vicepresidente del Consiglio la questione si fa un po’ più seria. Tant’è che, a poche ore di distanza, il ministro della Giustizia Bonafede, guarda caso, di rimando annuncia una prossima legge sulla stampa che eliminerà gli editori che non siano “puri”. Ma chi decide sulla purezza dell’editore? Cos’è la purezza in editoria? Come si chiede giustamente, con preoccupazione, qualcuno. Chi sarebbe l’editore “puro” e chi, al contrario, l’impuro? Potrà avere un giornale o una tv chi rappresenta gli industriali italiani? Chi è presidente di una squadra di calcio di serie A? Chi è a capo di una chiesa? Chi dirige un partito? Chi costruisce automobili? Chi coltiva geranei? Qui non siamo più solo all’insulto da bar. Questo piano inclinato non porta soltanto a una trivialità insopportabile e strafottente. Fa soprattutto  scivolare la libertà di stampa verso la stampa senza libertà. Un po’ alla volta, a colpi di liste di proscrizione.            
   Scagliarsi contro la stampa è sempre stato uno vizietto della politica, e così sarà sempre. Gli attacchi a testa bassa dei grillini, ora che sono al potere, sono gli stessi degli uomini di potere del passato, forse solo più rozzi e volgari, ma il senso del discorso non cambia. Il monito è sempre uguale: guai a chi disturba il conducente. Specie se gli si contesta d’aver perso per strada proprio un po’ di quella“purezza” di cui vorrebbe farsi paladino (leggi: condoni). Gli esempi non mancano: basta guardare di là dell’Atlantico. Con uno stile simile, sta agendo Donald Trump che, un giorno sì e l’altro pure, accusa la stampa di produrre “fake news” nei suoi confronti, e si permette di zittire, prima, e di cacciare, poi, un reporter della Cnn che fa domande scomode in conferenza stampa. Il sistema è sempre lo stesso: la delegittimazione di chi  ti critica.

La stampa libera, per quanto imperfetta e corruttibile, è uno dei pochi cani da guardia della democrazia, il tafano socratico che sta al collo di chi governa. E’ la stampa, bellezza! Per questo se non compariremo nelle prossime liste dei “buoni” compilate da chi siede a palazzo, ce ne faremo una ragione. Anzi un vanto.    

(nell'immagine in alto: Alessandro Di Battista ospite a 8 e mezzo, condotto da Lilli Gruber, il 28 maggio 2018. Foto Ansa)

L'ultimo post polemico di Alessandro Di Battista

Multimedia
Luciano Regolo: «Caro Casalino, rifletti prima di parlare (e non dar la colpa alla stampa)»
Correlati
I vostri commenti
2

Stai visualizzando  dei 2 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo