Il pastorale di legno usato da papa Francesco in Ecuador. Foto Reuters.
La catechesi dei simboli, che papa Francesco usa sapientemente, passa anche attraverso l'uso di un pastorale di legno. Bergoglio, sia per la Messa di Guayaquil che per quella al parco del Bicentenario a Quito, ha usato una ferula (cioè il pastorale pontificio che termina con la croce invece che con la punta ricurva) opera di un rifugiato somalo sbarcato a Lampedusa. O meglio ne è una copia esatta visto che l'originale, che papa Francesco ha usato anche nella Domenica delle Palme del 2014 e nel viaggio in Terra Santa, si è danneggiato. La ricostruzione di Tv2000 spiega che, su richiesta dello stesso Bergoglio, la copia è stata fatta con il legno d'ulivo di Betlemme.
Il Papa, così, riunisce simbolicamente nelle sue mani, e mostra al mondo, le sofferenze umane e la vicinanza della Chiesa alle storie di tanti uomini e donne piegati dalla guerra, dalle carestie, dalla povertà.
Le periferie sono tutte lì: in quella croce pensata da Fesal, il giovane naufragato al largo della Sicilia e poi accolto dalla cooperativa sociale "Jobel" del Consorzio "il Cammino" di Sanremo, in quel legno d'ulivo simbolo di pace. Una scelta non casuale in una terra che conosce povertà, miseria, immigrazione. Come non fu casuale l'uso della ferula di legno a Lampedusa costruita con il legno delle barche naufragate.
Papa Francesco a Guayaquil in Ecuador, con il pastorale di legno. Foto Reuters.
La ferula, tornata in uso a chiusura del Concilio, con quella che
Montini commissionò allo scultore Scorzelli (con il famoso Cristo che si
piega sui dolori del mondo) era stata usata, in altra forma fino al
Medioevo. Paolo VI, invece, la volle con l'esile corpo del Gesù
Crocifisso che piega, avvicinandosi alla sofferenza umana, la trave
della croce. Simbolo che Paolo VI lasciò ai suoi successori, con molte
critiche da parte dei tradizionalisti. La ferula conciliare, non più
usata dalle Palme del 2008, era poi tornata con l'elezione di papa
Francesco. E Bergoglio, che continua a usare il bastone di Paolo VI (lo
stesso che abbiamo visto riparato con lo schotch nel viaggio a
Sarajevo). L'alterna però con altri di particolare significato.