Martedì – come ogni
mattino – ero in stazione. Lì
bazzica una zingara con due
lunghe trecce e un bimbo in braccio.
Io la ignoro, forse perché mi sento
giovane e inadeguata. Ma ieri ho visto
una signora bella ed elegante che
si è avvicinata a lei, le parlava, teneva
tra le mani le dita del piccolo che le
sorrideva... Mi sono sentita da una
parte stupida e dall’altra allegra, non so
spiegarmi... Che devo fare?
MARTINA
— Proprio perché sei tanto giovane,
ci permetti, cara Martina, un rimbrotto
da nonni? Quella che vedi tutte le mattine
in stazione tendere la mano a viaggiatori
frettolosi che vanno al lavoro, non è una
“zingara”, ma una madre con un bambino.
Almeno il titolo di madre glielo puoi
regalare! Con lei una piccola creatura
a cui piacerebbe giocare, invece di sentirsi
costretta per ore a stare rannicchiata
e silenziosa in braccio alla sua mamma...
Tu non osi avvicinarti e invochi l’essere
giovane, timida, chiusa, inadeguata... ma
intanto hai anche un treno su cui salire,
un lavoro che ti aspetta. Come te, decine
e decine di persone non la guardano,
anche se le buttano lì una monetina.
Ma tu, almeno, hai gli occhi per vedere
e “celebrare” un incontro che non hai
osato fare: quella che si avvicina alla
madre povera è una «signora bella ed
elegante. Lei si ferma, parla, sorride». Forse
non è una “signora”: è una donna che
incontra un’altra donna e che – come
ci ha ripetuto papa Francesco - non si
mette a posto la coscienza solo con una
monetina. Non sappiamo che cosa si sono
dette: ma si sono “toccate” e la giornata
è diventata più bella, per loro e per te,
imbarazzata spettatrice. Hai ragione di
esserti sentita più allegra: quell’incontro
è stato una carezza. Ma non hai
il diritto di sentirti “stupida”, cioè incapace,
inadeguata, perché ne hai portato nel
cuore una traccia, tant’è che scrivi alla
“Posta del cuore”. Possiamo farti un
augurio? Che domani tu veda ancora
una volta queste due donne e abbia il
coraggio di avvicinarti, magari – treno
permettendo – con un dolcetto per
il bambino: così potrai sperimentare
che certi incontri sono una ricchezza,
uno scambio: la madre povera
si sente visibile, un “tu” per qualcuno
e non più anonima e disperata. Forse,
la sconosciuta che incontra la madre
povera era una volontaria
Caritas o della Conferenza di
San Vincenzo. Perché non cerchi in Rete
il centro più vicino a te?