La scuola sotto l’albero è il titolo del nuovo volume pubblicato dalle Edizioni Terra Santa (Milano), opera della scrittrice Luciana Breggia, ex-magistrato del Tribunale di Firenze e dell’illustratrice Paola Fornica, da anni impegnata con successo nell’editoria per l’infanzia. Il libro racconta la storia di un villaggio, funestato da un cataclisma che aveva sconvolto le abitudini degli abitanti e dell’arrivo di un nuovo maestro che comincerà subito a fare tanti cambiamenti e che porterà gli scolari a guardare il mondo con occhi diversi. Faranno le lezioni dentro e fuori dalle aule ridipinte da loro stessi, con colori vivaci, mentre il prato sotto il grande albero dinanzi a scuola diventerà l’Aula Magna dove studiare il mondo, la scienza, le parole e la vita.
La storia ci ricorda la esperienza di don Lorenzo Milani: piccoli e grandi sono invitati dal maestro ad aprire gli occhi e la mente alle realtà del mondo globalizzato per sognarne un altro, fatto di maggiore giustizia, equità e diritti umani per tutti. Le lezioni raccontate nel libro portano un messaggio di educazione alla cittadinanza globale, per divenire cittadini attenti – "attivi" si potrebbe dire in termini scolastici - e consapevoli costruttori di una convivenza giusta e migliore. L’autrice spiega così la nascita del suo nuovo libro, a seguito del suo impegno nelle scuole, con “Il Giudice alla Rovescia”, un’ associazione creata da lei e da altri magistrati e avvocati e volta alle attività di sensibilizzazione degli insegnanti e dei ragazzi alle questioni legate alla giustizia e alla risoluzione dei conflitti, svolte nelle scuole italiane.
«Ho svolto il mestiere di magistrato per quasi 36 anni della mia vita, occupandomi di questioni che riguardavano la vita degli altri», spiega l'autrice, «e credo che questo impegno diventi particolarmente delicato e prezioso quando “gli altri” sono i più piccoli, alla cui domanda di educazione e di cura siamo chiamati a rispondere, e alla cui promessa di futuro siamo sollecitati ad adempiere ogni volta in tempi e in contesti differenti. «I care», il moto di don Milani, che significa letteralmente «mi importa, mi sta a cuore», scritto su un cartello all’ingresso della scuola di Barbiana, riassume le finalità di una cura educativa orientata sia a promuovere una forma di sollecitudine attenta e rispettosa verso l’altro, affinché possa crescere come persona libera e capace di agire, sia a coltivare le condizioni per una partecipazione civile e sociale dentro e fuori dall’aula, perché la società stessa possa essere meglio organizzata per provvedere ai bisogni di tutti i bambini — indipendentemente dalle differenze sociali, economiche o culturali di partenza». Continua la scrittrice: «Prendersi cura” comprende allora assumersi la responsabilità per gli altri e per la società di dare la “giusta” risposta. In tal senso, l’educazione è una promessa di giustizia: è un impegno a immaginare quale futuro vogliamo per riesaminare e agire nel presente. La scuola, secondo don Milani, “siede fra il passato e il futuro e deve averli presenti entrambi” e l’educazione non ha la funzione di un tribunale, bensì, a partire dalla presa di coscienza e dalla valorizzazione delle differenze esistenti, ha il compito di formare la persona umana così come di trasformare la situazione esistente al fine di sviluppare una società più equa e democratica. Quindi giustizia e educazione sono connesse e proprio per questo ho deciso di dedicarmi alle scuole e ai ragazzi».
Quando l’illustrazione abbraccia il testo, allora il messaggio che l’autore vuole mandare ai ragazzi si può compiere in pienezza. Le tavole sono opera della geniale illustratrice Paola Formica, già finalista e titolare di numerosi riconoscimenti (tra gli altri il Premio Andersen 2018 , nella categoria categoria Silent Book e la menzione speciale al premio “Un libro per l'ambiente 2018” di Legambiente). Anche la Costituzione Italiana, all’articolo 34, recita: «La scuola è aperta a tutti». Il volume suggerisce un contesto scolastico come “luogo dei valori”, ancor prima che come “luogo delle competenze”. Il cataclisma che aveva sconvolto le abitudini delle persone del villaggio raccontato nella storia, assomiglia al momento che stiamo vivendo, quando bambini e ragazzi hanno dovuto vivere la esperienza della “Didattica a Distanza”, ovvero della DAD, con tutte le conseguenze che essa possa comportare e che dovranno essere ancora verificate nel tempo che verrà, dopo il passaggio della pandemia.