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sabato 22 marzo 2025
 
Editoria
 

Quella Via Crucis diventata racconto sulla fede e sulla "risurrezione dei viventi"

08/07/2020  Nel libro “I gabbiani e la rondine. La Via Lucis di Papa Francesco” (Rizzoli) Marco Pozza, teologo e cappellano del carcere di Padova, spiega com'è nata e cosa ha prodotto la Via Crucis celebrata il 10 aprile scorso da Papa Francesco nel pieno della pandemia, e realizzata attraverso le riflessioni di quattordici persone appartenenti al mondo del carcere.

copertina del libro di don Marco Pozza
copertina del libro di don Marco Pozza

Il racconto di com’è nata, come s’è svolta e cosa ha lasciato di indelebile negli “attori”, tutti provenienti dalla grande famiglia del carcere, ma non solo in loro una Via Crucis indimenticabile, forse irripetibile, per le condizioni e l’atmosfera: quella celebrata il 10 aprile scorso da Papa Francesco, nel mezzo della pandemia, in una piazza San Pietro deserta e buia, seguita in tv da milioni di fedeli in ogni angolo del mondo.

E’ quanto svela, nello stile narrativo tipico dell’autore, I gabbiani e la rondine. La via lucis di Papa Francesco (Rizzoli),  di don Marco Pozza, sacerdote, teologo, cappellano del carcere “Due Palazzi” di Padova.

«Un racconto che nasce dall’enorme interesse suscitato da quella Via Crucis,  i cui testi sono stati prodotti, per volontà di Papa Francesco, da 14 persone tutte provenienti dal mondo carcerario, che hanno meditato sulla Passione di Gesù Cristo, rendendola attuale nelle loro esistenze», spiega don Pozza che, insieme alla giornalista e volontaria Tatiana Mario, aveva raccolto quelle testimonianze. Tra di essi  c’erano cinque detenuti, una famiglia vittima di un reato di omicidio, la figlia di un padre condannato alla pena dell’ergastolo, un’educatrice del carcere, un magistrato di sorveglianza, la madre di una persona detenuta, una catechista, un frate volontario, un agente di polizia penitenziaria e un sacerdote accusato e poi assolto definitivamente dalla giustizia dopo otto anni di processo ordinario.

«Papa Francesco mi aveva fatto sapere che in tantissimi richiedevano i testi di quella Via Crucis», racconta il sacerdote. «Le migliaia di mail che ci sono arrivate, d’altra parte, confermavano questo straordinario interesse acceso da un gesto profetico del Papa. Mi ha stupito lo stupore della gente sul carcere. Come se tutti si fossero resi conto di non sapere nulla su questo mondo. Lì ho capito che avevamo fatto centro. Un amico giornalista, dopo la celebrazione del rito,  mi  disse che Papa Francesco aveva fatto in un’ora quello che neanche trent’anni di convegni sul carcere erano riusciti a produrre. E’ stato proprio così».  Da qui l’idea di pubblicare  un libro che raccontasse, a partire dai testi stessi della Via Crucis, questo sconosciuto mondo delle prigioni, per lasciare una parola di redenzione, il senso stesso della Risurrezione: «Tutto è possibile a chi crede, perché anche nel buio delle carceri risuona l’annuncio pieno di speranza: “Nulla è impossibile a Dio” (Lc 1,37). Se qualcuno gli stringerà la mano, l’uomo che è stato capace del crimine più orrendo potrà essere il protagonista della risurrezione più inattesa», dice ancora l’autore.  Contemplare il Calvario da dietro le sbarre è un invito a credere che un’intera vita si possa giocare in pochi istanti, com’è accaduto al buon ladrone. «Sicuramente nella nostra  comunità carceraria padovana una cosa è stata evidente: che quella che si prospettava come la Quaresima più disgraziata della storia, a causa  di un’epidemia che ci ha costretto a un doppio isolamento, s’è tramutata nella Quaresima più “graziata”, per intuizione del Papa, perché è cosa grande sapere che una piccola comunità per una sera diventa voce di tutte le comunità carcerarie del mondo. E’ una predilezione unica della quale ci sentiamo e ci sentiremo per sempre responsabili.  E  chi è stato coinvolto nella stesura dei testi ha provato sulla propria pelle quanto papa Francesco ha detto tante volte,  e cioè che finché hai un pezzetto di storia in tasca e qualcuno a cui raccontarla, non tutto è perduto. E, alla fine puoi comprendere che quella storia, apparentemente così insulsa e balorda, diventa storia che parla a tutta l’umanità».  

Il racconto, nel libro, è stato sdoppiato in due momenti: la via crucis in salita di Gesù Cristo sul Calvario, e la via crucis “in discesa” di Maria, quando torna dal Golgota, da sola, senza avere più il figlio accanto.  «Perché la Madonna è la madre delle persone detenute, come dice il Papa, che non si vergognano di cercare i propri figli laddove il destino e la libertà li ha portati o perduti. Ed è ciò che dovrebbe essere la Chiesa. Da qui trova senso questo “racconto corale” per cercare di intuire come credere nella Risurrezione non dei morti, ma dei viventi», osserva ancora don Pozza.

Il titolo è metaforico: i gabbiani, per chi frequenta le carceri, sono presenze abituali: questi uccelli passano a ripulire dopo i pasti i resti alimentari gettati fuori dalle celle. Il gabbiano è diventato, così, l’animale  a cui il detenuto affida  spesso  una parola, una confidenza, addirittura una lettera, nella speranza che la recapiti a casa. «La sera del 10 aprile  - dice  il sacerdote - c’era uno stormo di gabbiani che volava sopra piazza San Pietro, quasi a  suggello di quanto stavamo facendo». La rondine, invece, è stata ispirata da un testo di Pasolini in cui lo scrittore  narra di un ragazzo romano che  navigando nel Tevere vede una rondine che sta affogando e su butta in acqua per salvarla. A riva gli amici, stupiti del gesto,  commentano ridendo: “Era così bello vedella che se moriva!”. «La rondine è come il carcerato di cui molti ti dicono: cosa vai a fare per quelli? E’ così bello sapere che stanno lì dentro. Perché te ne occupi?». Nessuno, invece, sa ancora a cosa porterà l’intuizione di questo Papa che si è piegato, ancora una volta, sull’umanità sofferente dietro le sbarre. 

I gabbiani e la rondine. La Via Lucis di papa Francesco

€ 10,00 € 9, 50 -5% Editore: Rizzoli Collana: Saggi italiani Pubblicazione:03/06/2020 Pagine:176 Formato:Libro rilegato ISBN: 9788817149587 Disponibile a partire da 5 giorno/i vota, segnala o condividi La sofferenza, la rinascita, la bellezza nella Via Crucis che ha commosso il mondo. Roma, 10 aprile 2020, Venerdì Santo.

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