Sta indebitamente circolando via whatsapp e sui social, divenendo ormai virale, un video in cui un ragazzino viene pestato a sangue da un altro minorenne, in uno stabile diroccato. Il fattaccio è successo a Crotone nel dicembre scorso, ma la diffusione delle immagini, che ha innescato un'indagine della Procura minorile di Catanzaro, ha aperto gli occhi alle famiglie dei ragazzi coinvolti soltanto nei giorni scorsi. Altri giovanissimi riprendono la brutta scena incitando alla violenza. Giù pugni e calci, perfino una testata, mentre la vittima si copre il volto con le mani e perde sangue vistosamente. Soltanto alla fine qualcuno si ravvede e una voce fuori campo dice “basta”. Il ragazzino autore dell'aggressione è figlio di un noto pugile che, sempre via social, ha reso noto di aver chiesto le proprie scuse alla famiglia del ragazzo e di averlo incontrato invitandolo a frequentare gratuitamente la sua palestra. La Questura di Crotone ha individuato l'autore dell'aggressione.
La vittima è stata interrogata, mentre l'avvocato Francesco Verri, che si occupa della tutela del ragazzo, sporgeva denuncia per lesioni, diffamazione e violazione della privacy e con un post su Fb. «Quanto accaduto – è detto in un comunicato della Questura - deve essere sicuramente stigmatizzato e pertanto si invita la cittadinanza a denunciare alle forze di polizia eventuali analoghe situazioni, al fine di prevenire il compimento di gesti emulativi». La Questura, inoltre, ha invitato gli utenti dei social a non diffondere il video perché ciò costituisce reato e può mortificare ulteriormente lo stato psicologico della vittima. «È nostro volere e compito, anche con gli Uffici specialistici della Questura – recita la nota - e d’intesa con l’autorità giudiziaria, essere accanto alle vittime, in senso lato, di questi dolorosi fatti». L’episodio di cyberbullismo è stato stigmatizzato dal sindaco Vincenzo Voce. «Ho provato profondo dolore nel guardare le immagini diffuse in rete, davanti a quella violenza incredibile ed ingiustificabile. L'intervento delle forze dell’ordine che ringrazio e che hanno prontamente identificato i responsabili è sicuramente un elemento che conforta. Li ringrazio e faccio mio l’invito a denunciare simili nefandezze. Girare la testa da un’altra parte è un comportamento ancor più grave, omertoso ed intollerabile. Chi ha filmato ha le stesse responsabilità di chi ha usato violenza. Condanniamo come giunta comunale e come amministrazione quanto avvenuto. Lo faccio anche a nome della comunità cittadina che sono certo prova altrettanta riprovazione. Due sono le strade: denuncia e responsabilità. Entrambe sono fondamentali. Percorriamole». L’assessore comunale alle Politiche sociali, Filly Pollinzi, intanto, ha convocato un incontro con il coinvolgimento dei colleghi di giunta, degli assistenti sociali e degli operatori della comunicazione che si terrà il 20 gennaio prossimo. L'obiettivo è «creare una rete di protezione per i nostri giovani sul dilagare della deriva social». L’indagine, intanto, prosegue.