Da qualche tempo siamo in difficoltà con Carolina che ha 6 anni, perché ci fa tante domande sulla zia, la sorella di mia moglie, che secondo lei «è sempre triste e non gioca più come faceva un tempo» ma che in realtà soffre di depressione.
Se avesse un’altra malattia, sarebbe più facile spiegarle, ma in questo caso è molto più difficile… Ci spiace moltissimo quando la bambina ci chiede se è stata lei a fare qualcosa di sbagliato con la zia.
FILIPPO
Risposta di Renata Maderna
– Caro Filippo, la tua richiesta fa constatare ancora una volta che permane una differenza importante nella considerazione delle malattie fisiche e di quelle mentali, che non bisogna confondere con stati d’animo come la tristezza e la malinconia che non hanno nulla di patologico.
Purtroppo la confusione provoca in molti casi una sottovalutazione del disturbo, per cui chi sta male spesso non cerca un aiuto, come farebbe senza esitazioni per un problema ortopedico o cardiaco, e chi gli vive accanto rischia di non coglierne la sofferenza.
Proprio in questi giorni al Pantheon a Roma è in corso una toccante mostra fotografica intitolata Acciaio fragile - La bellezza insopprimibile della dignità umana, in cui le persone ritratte che hanno attraversato la malattia mentale vogliono stimolare l’ascolto nei confronti di chi soffre e l’importanza delle cure.
Per aiutare Carolina ti segnalo un bellissimo libro di Judith Rieffel illustrato da Mademoiselle Caroline: Nebbia nella testa (Paoline), dove spiegano la depressione ai bambini con un tono così delicato e chiaro al contempo che li libera da ogni possibile e assurdo senso di colpa e li rassicura sul fatto che le momentanee difficoltà si possono risolvere quando le persone vengono aiutate e persino avviate a sentirsi ancora più forti.