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venerdì 22 settembre 2023
 
25 aprile
 

Quelle cantine di Parma diventate luogo di tortura durante la seconda guerra mondiale

16/04/2021  Nel giorno della liberazione online un video che ricostruisce le torture d le uccisioni da parte della Gestapo in un luogo famigerato per i suoi orrori

All’interno del progetto permanente su Resistenza e Olocausto, realizzato da Lenz Fondazione in collaborazione con l'ISREC - Istituto storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Parma si può vedere gratuitamente  il 25 aprile, in occasione della Festa della Liberazione, la creazione video Viale San Michele. Prima che si imbianchino le cantine a cura di Francesco Pititto nella home page del sito www.lenzfondazione.it.

Francesco Pititto, introduce il contesto storico del progetto che intende dar forma drammaturgica alla memoria delle cantine di Palazzo Rolli in Viale San Michele a Parma, sede della prigione e luogo di tortura della Gestapo durante la Seconda guerra mondiale: «Nel luglio 1944 si stabilì a Parma un comando distaccato della Polizia di sicurezza-Sd germanica (SiPo-SD), che fissò la sua sede centrale a Palazzo Rolli. Al piano rialzato si trovavano i locali del corpo di guardia, al primo piano gli uffici con le stanze per gli interrogatori e la tortura, nelle cantine le celle. Compiti della SiPo-SD erano la caccia e la deportazione degli ebrei, la repressione degli oppositori politici e della criminalità comune, l'attività di intelligence. I poliziotti, in buona parte sud-tirolesi bilingui, agivano in stretta collaborazione con la Brigata Nera, vestivano abitualmente in abiti civili e utilizzavano auto senza contrassegni. Coadiuvati da una squadra della Banda Carità e da una fitta ragnatela di informatori, riuscirono in pochi mesi a infiltrarsi nella rete clandestina della Resistenza con oltre 80 arresti. Il 14 gennaio 1945 venne catturato Bruno Longhi (al quale Lenz ha dedicato negli anni diverse traduzioni sceniche), uno dei principali dirigenti del movimento cospirativo che morì sotto tortura. All'inizio di marzo i patrioti Ines Bedeschi, Alceste Benoldi e Gavino Cherchi, dopo giorni di sevizie, furono uccisi in riva al Po e gettati nel fiume».
 

 
 
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