Caro direttore, mai come in questi anni ho sentito criticare il Papa da diversi gruppi di cristiani. Nessun Pontefice ne è stato indenne. Ma ora sembra di essere tornati ai tempi di Gesù: non gliene perdonavano una quelli che credevano di avere la dottrina in tasca. Si riferivano al padre Abramo, ai profeti, al re Davide, a Mosè e ai patriarchi, tutti andavano bene pur di non approvare il nuovo messaggio e il comportamento del Figlio di Dio. Non era il Messia che andava bene a loro.
Oggi i nuovi esperti tirano in gioco anche il Papa emerito Benedetto XVI per contrapporre e criticare papa Francesco. Son certo che non crederebbero nemmeno a Ratzinger se parlasse a favore di Bergoglio, tanto è sicura la loro convinzione di essere autentici paladini della fede. Poi ci sono quelli che parlano di radici della Chiesa. Le radici sono importanti, ma intanto per difendere le radici si danno da fare a tagliare i rami della Chiesa. Ma se non c’è ramo o evangelicamente tralcio che cresca e produca frutto, mi pare che le radici servirebbero a poco. Nella Chiesa siamo tutti umili operai della vigna del Signore, a noi compete stare uniti al Papa e ai vescovi. Quanto alle potature ci pensa già il Padre, il vero vignaiolo, ad apportare i tagli giusti all’unica vigna che lui ha piantato.
FRANCESCO FERRARI
Grazie per questa riflessione. Sono molti i fedeli sconcertati da questa continua malevolenza nei confronti di papa Francesco da parte di alcuni all’interno della Chiesa. Specialmente se a parlare male sono dei preti. La critica di per sé è legittima, ma noto un eccesso di cattiveria, di malignità. Caratteristiche che mal si adattano a un cristiano. Il parallelo con Gesù è abbastanza calzante: tutti ce l’avevano con lui. Gli scribi, cioè i teologi dell’epoca, i farisei, cioè le persone pie, i sacerdoti e i capi del popolo. Alla fine sono riusciti a metterlo a morte.
In effetti, il messaggio di Cristo era dirompente, parlava di Dio non in termini di potere o giudizio, ma di misericordia, lo presentava come un Padre. In fondo, papa Francesco sta solo ricordandoci che il cuore del Vangelo è la misericordia (espressione peraltro usata già da Benedetto XVI). Non è così strano che i benpensanti di oggi ce l’abbiano con lui.