La barbarie in diretta si propaga sui teleschermi del mondo intero, allaga la Rete e i socialnetworks, entra in tutte la case del mondo sconvolgendo il mondo. E' l'11 settembre dei francesi, quelle immagini contribuiscono ad acuire l'impatto. I Tg ripropongono il video dieci, cento, mille volte, come un disco infinito che gira nel cervello e nella retina. Si vedono i due stragisti in assetto paramilitare, vestiti di nero come demoni, aggirarsi in una strada deserta di Parigi. I due uomini sparano coi loro kalashnikov, si sentono i colpi echeggiare e si vedono i buchi sui muri di un placido arrondissement trasformato in inferno.
Il fotoamatore o il passante che riprende quella scena e che manderà il video su youtube in un batter d’occhio, punta la camera (o lo smartphone) verso un poliziotto che si contorce dal dolore. I due uomini si avvicinano, la vittima, disarmata, alza la mano come a implorare pietà. Uno dei due lo fulmina con placida ferocia. Poi i due si dirigono con calma alla macchina e si allontanano, quasi con noncuranza, come se avessero preso le sigarette al tabacchino. Sembra una scena del film Cronin, ma non è un film. E realtà. L’odio puro, assoluto, si manifesta attraverso il leviatano dei media, attraversa il mondo come un fluido rapido e inesorabile attraverso i social networks, viene rilanciato in tutto il mondo con ripetitività ossessiva, come è avvenuto l’11 settembre 2001 con l’attacco alle Torri Gemelle. Inutile chiedersi se quelle immagini dell’orrore giovano più all’Occidente, mostrando la spirale perversa di sangue, di paura in cui siamo caduti o al terrorismo islamico, un mix di barbarie medievale e di strumenti moderni: armi, tecnologie all’avanguardia, social networks, video dell’orrore. Immagini che mirano al mondo islamico per mostrare la potenza, la capacità di "tenere in pugno gli infedeli" e di sconfiggerli in casa loro. Nulla conta che si sia ammazzata gente inerme, colpevole di esercitare il proprio libero pensiero.
Quello del villaggio globale, per stare alla ben nota metafora di McLuhan, è un villaggio di sangue, ha ormai toccato rapidità mai viste, lascerà cicatrici indelebili nei nostri ricordi. E nessuno è in grado di prevedere con quali conseguenze.