Musica composta ad Aushwiz da artisti ebrei prima di finire ammazzati nei forni crematori per mano dei carnefici nazisti. E' tornata alla luce dopo anni di oblio e abbandono attraverso gli oltre 5 mila spartiti contenenti musiche inedite (classiche, sinfoniche, liriche, jazz, musical) salvate dai campi di sterminio da un tenace appassionato ricercatore musicista della Comunità ebraica di Trani, Francesco Lotoro, pianista e docente del Conservatorio “U.Giordano” di Bari, che in occasione delle celebrazioni della Giornata mondiale della Memoria che culminerà il 27 gennaio ha presentato una selezione di quelle musiche firmate da sole donne in una serie di concerti,esibendosi mercoledì 17 gennaio anche all'Auditorium Parco della Musica di Roma riscuotendo un grandissimo successo.
Ma, oltre alla tournèe, di tutto il patrimonio musicale riportato alla luce dai campi di concentramento, Lotoro ne parlerà in un convegno in occasione della Giornata della Memoria – l'unico del genere che in Italia parlerà di spartiri salvati dai lager - che si svolgerà domenica prossima nella sala comunale di Itri, in provincia di Latina, dove per la prima volta si celebrerà la Giornata istituita dall'Onu nel 2005 in omaggio alla Memoria del ricordo dell'entrata ad Auschwiz, il 27 gennaio 1945, delle truppe sovietiche. E le musiche dei campi di concentramento saranno il punto qualificante della serata. All'incontro, organizzato da Amedeo Masella, oltre a Lotoro interverranno studiosi, storici ed esponenti della Comunità ebraica di Roma, tra cui il presidente emerito Riccardo Pacifici, attuale membro del direttivo del Congresso Ebraico israeliano di Tel Aviv,studenti, rappresentanti delle famiglie romane deportate ed ora ricordate nelle strade della Capitale con i loro nomi incisi sulle cosiddette pietre di “inciampo”.
“NO AL MALE OSCURO DELL'INDIFFERENZA E DELL'OBLIO”
Titolo dell'evento “In ricordo dei martiri della Shoa no all'indifferenza, male oscuro e oblio”, parole che evocano la necessità – spiegano gli organizzatori – di tenere sempre viva l'attenzione su quanto accaduto al popolo ebraico nei campi di sterminio, dove trovarono la morte anche uomini e donne che solo per odio razziale furono trucidati come zingari, portatori di handicap, omosessuali. Tra i tanti martiri (tra i quali morirono ammazzati anche migliaia di bambini) c'erano musicisti che fino all'ultimo combatterono con la sola “arma” che avevano a disposizione, la musica, componendo di nascosto e nelle ore notturne, al lume di candele, rischiando anche la morte, migliaia e migliaia di spartiti che il maestro Lotoro ha salvato inserendoli nella monumentale enciclopedia Tesaurus Musicae Concentrationariae messa a disposizione di studenti universitari e di conservatorio, musicisti e autori, e che sarà il cuore della cittadella universitaria che sta per nascere a Barletta destinata ad essere il centro mondiale delle musiche nate dai campi di prigionia. Da qualche tempo su iniziativa dello stesso maestro Lo Toro queste musiche vengono eseguite in concerti organizzati col preciso scopo di tenere viva la memoria della Shoa e “raccontare” l'orrore dello sterminio nazista anche dal punto di vista delle musiche nate clandestinamente ad Auschwitz e in tutti gli altri campi di concentramento nazisti.
“QUELLE MUSICHE NATE PER NON DIMENTICARE”
“E' un patrimonio musicale che solo ora è stato messo in grado di vedere la luce”, racconta Lotoro. Dalle ricerche è emerso, i fatti, che i musicisti internati nei lager nazisti furono oltre 1600 e che le partiture composte furono oltre 5 mila, “solo il 10 per cento delle quali totalmente recuperate, per un totale di circa 500 composizioni”. Vale a dire una comunità internazionale di autori, in gran parte ebrei, ma anche di altre nazionalità, che nei lager, oltre a comporre, organizzarono decine di formazioni musicali, sia maschili che femminili, come a Birchenau, ad Auschwitz dove si esibivano ben sei gruppi, tra cui anche un complesso jazz. L'ansamble più noto è forse quello che appare nella storica gigantografia all'ingresso di Auschwitz, dove i musicisti ebrei su ordine degli aguzzini nazisti erano costretti a suonare tutti i giorni per dar vita ad un finto clima di serena accoglienza. “Quegli stessi musicisti che, insieme a tanti altri sfortunati colleghi – racconta Lotoro, anticipando quanto dirà al convegno di domenica prossima - composero musiche struggenti che l'atrocità nazista non riuscì a distruggere e che oggi contribuiscono a ricordarci, con la forza della musica, uno dei momenti più bui della nostra storia”. Itri con questa iniziativa, che si ripeterà ogni 27 gennaio, “unirà la sua voce a quanti a livello nazionale ed internazionale si impegnano per tenere vivo il ricordo di tutti i martiri dell'Olocausto e debellare il pericoloso cancro dell'indifferenza e dell'oblio sulla più grande tragedia dell'umanità, la Shoa”, spiega il sindaco Antonio Fargiorgio, ideatore dell'evento insieme all'assessore Giovanni Colucci che preannuncia che “la celebrazione della Giornata sarà uno dei principali appuntamenti destinati a coinvolgere altre amministrazioni avendo sempre come filo conduttore la salvezza della Memoria della Shoa e di tutte le vittime di ieri e di oggi cadute per odio razziale, antisemitismo, violenze e terrorismo, a partire dai milioni di ebrei martiri dell'Olocausto. Per non dimenticare”.