«Nonostante la crisi economica e le critiche sistematicamente avanzate
alla piccola impresa, nanismo, gestione familiare, scarsa ricerca e sviluppo,
le piccole imprese manifatturiere italiane sono innovative». Lo sostiene la
Fondazione Impresa, che ha svolto un’indagine e ha scoperto che «non sono
immobili di fronte al progresso tecnologico e dimostrano di saper innovare con
convinzione e consapevolezza: il 45,3% ha innovato per vocazione piuttosto che per la pressione dei clienti o per
l’opportunità di sfruttare dei finanziamenti. Le innovazioni sono sviluppate
per lo più “in house” e cioè all’interno dell’azienda attraverso l’ingegno dei
titolari, dei soci o dei dipendenti e solo in casi sporadici attraverso il
ricorso ad istituti di ricerca privati o pubblici oppure a consulenti; le
ricadute sul fatturato sono positive e, in alcuni casi, le innovazioni hanno
permesso di ampliare il mercato di riferimento all’estero».
Quale futuro allora per l’innovazione nella piccola impresa? «I risultati sono incoraggianti. Nei prossimi due
anni un numero crescente di piccole imprese continuerà ad investire. Insomma,
piccole imprese innovano».
I PRINCIPALI RISULTATI
Negli ultimi due anni, il 29,3% delle piccole imprese manifatturiere ha introdotto almeno un’innovazione. È quanto emerge dall’indagine di Fondazione Impresa
effettuata su un campione di 600 piccole imprese manifatturiere in Italia (meno
di 20 addetti). La concentrazione
maggiore di piccole imprese che hanno innovato è stata rilevata nelle regioni
del Nord: Nord Ovest (34,0%) e Nord Est (32,0%); più staccate le piccole
imprese del Centro (26,0%) e del Mezzogiorno (25,3%) con una propensione all’innovazione
più bassa.
Il 39,7% delle piccole imprese (cioè 4 su 10) ha ampliato la propria
gamma di prodotti; il 33,3% (1 su 3)
ha apportato migliorie a prodotti già esistenti. Il 20,5% delle piccole imprese ha introdotto prodotti
innovativi che rappresentano, cioè,
una novità assoluta per il mercato; il 12,8% ha sviluppato una
gamma di prodotti eco-sostenibili.
Tra le principali ragioni che
hanno spinto le piccole imprese manifatturiere a introdurre innovazioni:
miglioramento dell’efficienza produttiva (26,4%) e riduzione dei costi (18,1%).
Seguono: aumento dell’offerta dei prodotti (16,7%) e adeguamento o
anticipazione della concorrenza (14,1%). La spinta all’innovazione
nasce soprattutto da una vocazione interna all’azienda (45,3%) e meno da fattori esterni come le esigenze espresse
dai clienti (28,1%) o la possibilità di ottenere dei finanziamenti (12,3%) o di
partecipare a progetti collettivi (12,3%).
Il 54,5% delle piccole imprese ha sostenuto costi per l’innovazione
principale inferiori ai 10 mila euro. Il 22,2%
(1 su 5) delle piccole imprese ha
speso oltre 50.000 euro.
Le piccole imprese ritengono che le innovazioni abbiano avuto una
buona ricaduta sul fatturato
aziendale: nell’82,5% dei casi le
ricadute sono positive (molto o abbastanza). Tra le più soddisfatte le piccole imprese del Centro (86,2%).
Nei prossimi due anni oltre una piccola impresa su tre (35,2%) ha intenzione di introdurre innovazioni e, in
particolare, le piccole imprese del Nord Est (40,7%).
Seguono il Nord Ovest (38,0%) e il Mezzogiorno (34,7%); più staccate le piccole imprese
del Centro (27,3%).