Suor Gracy Rodriguez.
Donne che aiutano altre donne. Suore cattoliche che operano nei luoghi di frontiera di tutto il mondo. Portando la luce nei confini più inaccessibili del nostro tempo e salvando migliaia di ragazzine e bambine. A Roma, per la sua seconda edizione, si è tenuta la cerimonia del Sisters’ Anti – Trafficking Awards (SATA), un riconoscimento prestigioso che viene conferito alle religiose che si sono distinte nella tratta degli esseri umani, organizzata dalla fondazione Condrad N. Hilton, la fondazione Arise e dall’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg).
Ad essere premiate durante l’edizione 2024 sono state Suor Marie Claude Naddaf (The Human Dignity Award), Suor Gracy Luisa Rodrigues (The Common Good Award) e Suor Anne Victory (The Servant Leadership Award).
Tre esperienze accomunate dall’amore per il prossimo in tre luoghi di frontiera diversi l’uno dall’altro come l’India, gli Stati Uniti e il Libano.
Suor Gracy Rodrigues, indiana, vive a Mumbai e ha lavorato per 13 anni attraversando le zone di Maharashtra, Gujarat e Goa, proteggendo persone da abusi come i bambini delle baraccopoli ai transgender. Le baraccopoli indiane rappresentano per molte donne un inferno: «Siamo riusciti a salvare una ragazza di soli 16 anni che in una notte sola ha subito gli abusi di 12 clienti», racconta dal palco suor Gracy. Con la sua opera di divulgazione ha diffuso l’importanza della lotta al traffico di esseri umani, in scuole, villaggi, anche incontesti militari.
Suor Anne Victory.
Suor Anne Victory è una religiosa statunitense della congregazione delle Sorelle dell’umiltà di Maria, con un passato da infermiera all’ospedale di St Jospeh a Lorain nell’Ohio. Formatrice, amministratrice di diverse strutture a Clevalend si è distinta per la sua attività di promozione di giustizia sociale nella lotta al traffico di esseri umani.
Suor Marie Claude Naddaf è una suora siriana che opera in Libano ed è coordinatrice regionale di Wells of Hope, il network di Talitha Kum in Medio Oriente. Nel 1994 assunse il ruolo di Madre superiore nel convento del buon pastore a Damasco negli anni in cui la Siria non offriva alcun tipo di servizio sociale specialmente alle donne vittime di violenza. Per proteggere queste persone è riuscita a creare diverse strutture in Libano e ha creato il primo centralino telefonico antitratta in Siria. Da oltre 30 anni in un contesto così difficile e dilaniato dalle guerre la sua opera è per migliaia di donne una possibilità concreta di salvezza.
Ad intervenire durante il convegno che ha preceduto la premiazione sono state Mary Mugo, ambasciatrice giovanile della lotta alla tratta del Kenya, Nasreen Sheikh, stimata propugnatrice dei diritti dei sopravvissuti e delle sopravvissute, e Kevin Hyland, ex commissario per la lotta alla schiavitù del Regno Unito. A moderare il dibattito è stata la giornalista vaticanista della CNN, Delia Gallagher.
Durante l’evento è stato ricordato ciò che Papa Francesco disse all’inizio del suo Pontificato riferendosi proprio alla tratta: «La tratta delle persone è un’attività ignobile, una vergogna per le nostre società che si dicono civilizzate! Sfruttatori e clienti a tutti i livelli dovrebbero fare un serio esame di coscienza davanti a se stessi e davanti a Dio! La Chiesa rinnova oggi il suo forte appello affinché siano sempre tutelate la dignità e la centralità di ogni persona, nel rispetto dei diritti fondamentali, come sottolinea la sua dottrina Sociale». Un tema che il Pontefice ha ripreso nel documento Dignitas Infinita.
L’edizione inaugurale del SATA si è tenuta l’anno scorso a Londra il 31 ottobre 2023: le tre vincitrici sono state Sr. Seli Thomas, SMI (India), Sr. Françoise Jiranonda, SPC (Thailandia) e Sr. Patricia Ebegbulem, SSL (Nigeria).