E' un nuovo ciclo di catechesi. Una serie di riflessioni illuminate dal pensiero del Concilio Vaticano II. A partire dall'udienza generale di mercoledì 29 maggio papa Francesco riflette e fa riflettere sulla Chiesa. Jorge Mario Bergoglio ha ricordato di avere già parlato della «Chiesa come famiglia di
Dio», cominciando dalla parabola del «figliol prodigo, o
meglio - ha sottolineato - del padre misericordioso», in cui
il figlio che pensava di essere trattato come servo viene
invece riaccolto come figlio. «In questo grande disegno - ha
commentato papa Bergoglio - trova la sua radice la Chiesa,
che non è una organizzazione» di persone che si incontrano
«ma è opera di Dio, nasce da questo disegno di amore che si
realizza progressivamente nella storia, nasce da questo
desiderio di partecipare alla sua stessa vita divina».
Dalla
parola greca «ecclesia», ha ricordato papa Francesco, la
Chiesa «significa convocazione, Dio ci convoca, ci spinge a
uscire dall'individualismo, dalla tendenza a rimanere in se
stessi e ci chiama», «l'origine della chiamata è nella
stessa creazione, Dio ci ha creati perchè viviamo in una
relazione di profonda amicizia con lui e anche quando uomo
con peccato ha rotto questo, dio non ci ha abbandonati». La
Chiesa, ha sottolineato ancora il Papa, «nasce dal gesto
supremo di amore della croce, dal costato di Gesù da cui
escono sangue e acqua», «nella famiglia di Dio, la chiesa,
la linfa vitale è l'amore di Dio che si concretizza
nell'amare lui e gli altri». La Chiesa inoltre «si manifesta
quando il dono dello Spirito Santo riempie gli apostoli e li
spinge a annunciare il Vangelo». A questo punto papa
Francesco ha introdotto la sua riflessione su quanti dicono
di credere in Cristo ma non nella Chiesa o nei preti.
«Ancora oggi qualcuno dice 'Cristo sì, la chiesa no, io
credo in Dio ma non nei pretì, si dice così? Ma è proprio la
Chiesa che ci porta a Cristo e ci porta a Dio, è la grande
famiglia della Chiesa, che ha anche aspetti umani, nei
pastori e nei fedeli, ci sono difetti, imperfezioni,
peccati». Ma a tutti, ha detto il Papa durante l'udienza
generale, è chiesto
di amare la Chiesa, e farne una vera
«famiglia» che porta a tutti l'amore di Dio.
«Anche il Papa ha difetti, e ne ha tanti, ma il bello è che
quando ci accorgiamo di essere peccatori, troviamo la
misericordia di Dio, Dio che sempre perdona, è lui ci riceve
nel suo amore», ha continuato Bergoglioo .
«Alcuni - ha poi sottolineato - dicono che il peccato è una
offesa a Dio ma è anche una opportunità , una umiliazione,
per accorgersi che c'è un'altra cosa più bella che è la
misericordi di Dio». «Pensiamo questa cosa - ha proseguito -
domandiamoci 'quanto amo io la Chiesa, prego per lei? Mi
sento parte della famiglia? Cosa faccio perchè sia comunità
in cui ognuno si senta compreso, senta amore di Dio?».
«L'amore di Dio - ha aggiunto - ci chiama a vivere insieme
la nostra fede come famiglia e come Chiesa, chiediamo al
Signore in modo particolare per l'anno della fede che la
nostra chiesa e tutte le nostre comunità siano sempre più
vere famiglie che portano il calore e sempre più l'amore di
Dio».