Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
martedì 05 novembre 2024
 
 

Quelli che «Cristo sì, la Chiesa no»

29/05/2013  Con l'udienza generale di mercoledì 29 maggio papa Francesco comincia un nuovo ciclo di catechesi sulla Chiesa, a partire da quanto detto dal Concilio Vaticano II.

E' un nuovo ciclo di catechesi. Una serie di riflessioni illuminate dal pensiero del Concilio Vaticano II. A partire dall'udienza generale di mercoledì 29 maggio papa Francesco riflette e fa riflettere sulla Chiesa. Jorge Mario Bergoglio ha ricordato di avere già parlato della «Chiesa come famiglia di Dio», cominciando dalla parabola del «figliol prodigo, o meglio - ha sottolineato - del padre misericordioso», in cui il figlio che pensava di essere trattato come servo viene invece riaccolto come figlio. «In questo grande disegno - ha commentato papa Bergoglio - trova la sua radice la Chiesa, che non è una organizzazione» di persone che si incontrano «ma è opera di Dio, nasce da questo disegno di amore che si realizza progressivamente nella storia, nasce da questo desiderio di partecipare alla sua stessa vita divina».

Dalla parola greca «ecclesia», ha ricordato papa Francesco, la Chiesa «significa convocazione, Dio ci convoca, ci spinge a uscire dall'individualismo, dalla tendenza a rimanere in se stessi e ci chiama», «l'origine della chiamata è nella stessa creazione, Dio ci ha creati perchè viviamo in una relazione di profonda amicizia con lui e anche quando uomo con peccato ha rotto questo, dio non ci ha abbandonati». La Chiesa, ha sottolineato ancora il Papa, «nasce dal gesto supremo di amore della croce, dal costato di Gesù da cui escono sangue e acqua», «nella famiglia di Dio, la chiesa, la linfa vitale è l'amore di Dio che si concretizza nell'amare lui e gli altri». La Chiesa inoltre «si manifesta quando il dono dello Spirito Santo riempie gli apostoli e li spinge a annunciare il Vangelo». A questo punto papa Francesco ha introdotto la sua riflessione su quanti dicono di credere in Cristo ma non nella Chiesa o nei preti. «Ancora oggi qualcuno dice 'Cristo sì, la chiesa no, io credo in Dio ma non nei pretì, si dice così? Ma è proprio la Chiesa che ci porta a Cristo e ci porta a Dio, è la grande famiglia della Chiesa, che ha anche aspetti umani, nei pastori e nei fedeli, ci sono difetti, imperfezioni, peccati». Ma a tutti, ha detto il Papa durante l'udienza generale, è chiesto di amare la Chiesa, e farne una vera «famiglia» che porta a tutti l'amore di Dio.

«Anche il Papa ha difetti, e ne ha tanti, ma il bello è che quando ci accorgiamo di essere peccatori, troviamo la misericordia di Dio, Dio che sempre perdona, è lui ci riceve nel suo amore», ha continuato Bergoglioo . «Alcuni - ha poi sottolineato - dicono che il peccato è una offesa a Dio ma è anche una opportunità , una umiliazione, per accorgersi che c'è un'altra cosa più bella che è la misericordi di Dio». «Pensiamo questa cosa - ha proseguito - domandiamoci 'quanto amo io la Chiesa, prego per lei? Mi sento parte della famiglia? Cosa faccio perchè sia comunità in cui ognuno si senta compreso, senta amore di Dio?». «L'amore di Dio - ha aggiunto - ci chiama a vivere insieme la nostra fede come famiglia e come Chiesa, chiediamo al Signore in modo particolare per l'anno della fede che la nostra chiesa e tutte le nostre comunità siano sempre più vere famiglie che portano il calore e sempre più l'amore di Dio».

I vostri commenti
1

Stai visualizzando  dei 1 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo