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sabato 21 settembre 2024
 
 

Quelli che "danno una mano"

25/06/2011  Il terzo settore si ritrova a Torino. Perché i 150 anni dell'Unità sono stati anche tanto impegno gratuito a favore del prossimo: quando soffre o è emarginato. FOTOGALLERY.

E' quanto di meglio i primi 150 anni dell'unità nazionale lasciano in eredità all'Italia del futuro. Vincendo il suo naturale riserbo, la solidarietà s'è data appuntamento nel cuore di Torino. Sabato 25 giugno, piazza San Carlo s'è colorata di giallo, rosso, arancione, verde, blu: i colori delle pettorine o delle magliette di centinaia di volontari, impegnati a favore del prossimo, specialmente quando soffre, è in pericolo, è povero, solo o emarginato. "Non c'è futuro senza solidarietà": questo il titolo dell'evento organizzato dal “Comitato 2011, Unità dell’Italia solidale” creato dal variegato mondo del non profit italiano.



«Giustamente il processo di unificazione è stato ed è celebrato sotto vari aspetti, quello culturale, quello artistico, quello politico, quello militare, senza trascurare perfino l'evoluzione della cura dei giardini e i progressi nel campo della moda», afferma Gianfranco Cattai, coordinatore del Comitato. «Doveroso, quindi, ricordare anche il volontariato che tanto ha dato al Paese, tanto dà e tanto s'impegna ancora a dare, una realtà che vede mobilitarsi oltre 3 milioni di cittadini, uomini e donne, anche d'origine straniera, e che raccoglie la fiducia (dati Eurispes 2010) dell'82,1 per cento dei connazionali. Doveroso farlo qui, a Torino, nella città dei santi sociali».



«Per rendere immediatamente comprensibile il messaggio, unificando esperienze geograficamente distanti, dalla Calabria al Trentino Alto Adige, e diverse per tipologia,dal volontariato di Protezione civile a quello ospedaliero, da  quello che si fa nei Centri d'ascolto Caritas a quello che insegna italiano agli extracomunitari, abbiamo scelto le "mani"», spiega Gianfranco Cattai. «Le mani, infatti, sono simbolo al tempo stesso storico e moderno della solidarietà. Quella che ha animato piazza San Giovanni, davanti al Duomo, poi piazza Castello e infine piazza San Carlo, è stata una scenografia fatta di mani di carta, di legno, di cartone, di stoffa, tutte lì per essere mostrate, offerte in aiuto, strette con autentica amicizia. Abbiamo inventato con fantasia un grande raduno colorato e divertente, che fa festa e insieme lancia un messaggio positivo perché se è vero  che "non c'è futuro senza solidarietà“ è vero anche il contrario: un futuro solido, equo e sorridente è possibile là dove la solidarietà risulta essere un valore riconosciuto, praticato, tutelato». 

Una sessantina di gazebo hanno documentato le “Storie di solidarietà”, appositamente selezionate per rappresentare l’impegno dell’associazionismo italiano. Sfilata, stand illustrativi, discorsi, animazioni, musiche, evento presentato dal palco da Fabrizio Frizzi: il tutto, hanno spiegato gli organizzatori, ha voluto rappresentare un pubblico riconoscimento a quei volontari che con il loro agire quotidiano “non fanno rumore”, ma contribuiscono a costruire un’Italia unita, solidale, attenta alle persone e costituita da un tessuto permanente di relazioni. Attraverso la valorizzazione del loro operato si è inteso, inoltre, offrire uno spaccato del ricco mondo associativo, attivo nel nostro Paese, dall'Avo all'Anpas, dal Sermig alla Croce Verde e alla Croce bianca, dalle Misericordie all'AiBi o ad Action Aid, per citare solo alcuni esempi tra i tantissimi possibili. 

  Sul palco hanno preso la parola l'ex sindaco Valentino Castellani, presidente del Comitato olimpiadi  invernali Torino 2006, Pierluigi Dovis  direttore Caritas Diocesana Torino, suor Giuliana Galli vicepresidente della Compagnia San Paolo, Erminio Longhini fondatore Federavo, don Antonio Mazzi presidente della Fondazione Exodus Onlus, Tiziana Nasi presidente Federazione italiana sport invernali paralimpici (Fisip) ed Ernesto Olivero del Sermig di Torino. Per l'occasione, il "Comitato 2011 Unità dell’Italia solidale" ha selezionato 8 storie di solidarietà provenienti da tutta Italia, scelte tenendo conto della provenienza, dell’età e dell’ambito di intervento. Per la precisione sono state quelle di Maurizio Gozzelino   (Cooperativa sociale Arcobaleno di Torino), di  Valentina Alessandria e Luca Moccia (Forum interregionale permanente del volontariato Piemonte e Valle d'Aosta), di Eugenio Ortu (Croce Bianca e Anpas di Fossano, in provincia di Cuneo), di Rammlmair Georg (Associazione provinciale di soccorso, Croce Bianca di Bolzano), di  Giuseppe Pezzotti (Confcooperative Brescia), di Vincenzo Linarello (Consorzio Goel, Reggio Calabria), di Lorenzo Vandelli (Centro sportivo italiano, Modena), di Nuccia e Renzo Trinello (Unione genitori italiani, Ugi; Associazione Giobbe, Torino).

 


 

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