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giovedì 12 settembre 2024
 
 

Non tutti i bulli sono uguali

02/09/2013  È la lezione di "Questione di dettagli", degli sceneggiatori statunitensi Ashley Edward Miller e Zack Stentz. Protagonista del romanzo è Colin, un ragazzo di 14 anni con una sensibilità fuori dal comune, dovuta alla sindrome di Asperger.

Colin ha 14 anni, un diario su cui annota tutte le sue riflessioni su compagni di scuola, amici e genitori, un’insolita passione per la matematica, odia il colore blu ed essere toccato. E ha una sensibilità fuori dal comune, dovuta alla sindrome di Asperger, che lo porterà a risolvere il mistero di una pistola trovata nel bar della scuola e per cui viene accusato ingiustamente Wayne, il “bullo” dell’istituto.

Sembra già il protagonista di quella che potrebbe essere una riuscitissima serie Colin Fischer, novello Sherlock Holmes adolescente in Questione di dettagli (Corbaccio), come spiegano gli autori, i due sceneggiatori statunitensi Ashley Edward Miller e Zack Stentz: «Ci siamo imbattuti in Colin quando stavamo cercando un’idea che potesse sostenere un mistero, un’indagine ambientata in un contesto scolastico. Colin è emerso da una riflessione su Sherlock Holmes come personaggio e dal fatto che ci siamo resi conto di quante caratteristiche della sindrome di Asperger potessero venire alla luce. Ovviamente, avevamo bisogno di un personaggio che facesse da contraltare, come Watson. Colin e Wayne ci hanno dato una meravigliosa opportunità per ricreare lo schema Sherlock Holmes-John Watson. Ci sono molti elementi interessanti in un rapporto così contrastato».

Ogni capitolo si apre con una pagina del diario di Colin, come fosse un altro importante personaggio del libro...
«Ci è sembrato un buon modo per far capire meglio la personalità e gli interessi di Colin: attraverso il diario il lettore capisce meglio le emozioni del protagonista».

Il vostro romanzo può essere letto sia dagli adolescenti che dai loro genitori. Cosa volevate trasmettere a lettori così diversi?

«Al di là dei soliti luoghi comuni, volevamo dire a genitori e insegnanti che è importante distinguere tra diversi tipi di bulli. Alcuni sono ragazzi arrabbiati, figli perduti come Wayne, e possono essere aiutati con il giusto tipo di approccio. Mentre altri, come Rudy (un altro dei “cattivi” del romanzo, ndr) sono davvero esseri crudeli che si sentono felici nel far soffrire gli altri. E mentre è importante proteggere i bambini da entrambi i tipi di bulli, questi due tipi di bulli dovrebbero essere puniti e trattati in modo diverso».

Parlando di bullismo, cosa può insegnare ai genitori la storia di Colin?
«Può essere davvero difficile mettersi in disparte e lasciare che i bambini lavorino sui loro conflitti. A volte è quasi istintivo voler intervenire, stabilire dei limiti, ma in questo modo nella maggior parte dei casi si corre il rischio di creare un pasticcio. Parte della crescita è imparare a gestire i conflitti e stare in piedi da soli. Il che non vuol dire che il bullismo non sia un vero problema: il trucco è riconoscere quando si tratta di vero bullismo. Lo abbiamo visto come insegnanti e come genitori. L’altro aspetto - e questa è la parte che molti genitori non vogliono affrontare - è che a volte è il proprio bambino ad essere il problema. Bisogna essere onesti con se stessi, e aiutare i propri figli a capire come possano sentirsi le “vittime”».

L’ultima pagina sembra anticipare un possibile sequel: potete rivelarci qualcosa?
«Abbiamo volute lasciare la porta aperta: non si sa mai».

Ed ecco il book-trailer del libro:

  

 
 
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