Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 15 settembre 2024
 
L'INTERVENTO
 

Raccolta firme on line per i referendum: «Ecco i rischi della democrazia dei clic»

02/10/2021  Nel numero di Famiglia Cristiana in edicola e in parrocchia, il costituzionalista Michele Massa (Università Cattolica) riflette sulla novità introdotta a luglio, già servita per appoggiare la richiesta di depenalizzare la cannabis. Ora c’è chi vuol mietere consensi digitali contro il Green pass...

Il costittuzionalista Michele Massa (Università Cattolica).
Il costittuzionalista Michele Massa (Università Cattolica).

«La novità, introdotta in una notte di luglio, è già servita per appoggiare la richiesta di depenalizzare la cannabis. Ora c’è chi vuol mietere consensi digitali contro il Green pass. Questa riforma potenzia e facilita la discussione pubblica oppure la rende più dispersiva e superficiale?». È prudente e sostanzialmente critico il costituzionalista Michele Massa, docente all’Università di Cattolica, e non fa nulla per nasconderlo: in un intervento che Famiglia Cristiana pubblica nel numero in questi giorni in edicola e in parrocchia ricostruisce come si è arrivati a questa svolta e ne elenca i limiti. 

«Nelll’ultimo anno abbiamo preso familiarità con lo Spid, il Sistema pubblico di identità digitale», scrive. «In una notte dello scorso luglio, contro il parere del ministero della Giustizia, le Commissioni Affari costituzionali e Ambiente della Camera dei deputati hanno approvato l’uso di questo sistema (e altri) per firmare a sostegno della richiesta di referendum abrogativi delle leggi vigenti». 

La motivazione originaria (estendere a tutti l’adesione ai referendum attraverso le firme digitali per evitare discriminazioni verso i diversamente abili, gli unici a cui si pensava, in un primo tempo, di concedere quest’opportunità) «non era una motivazione solida né sincera», sostiene Massa. «Lo si è visto subito dopo l’approvazione, quando il proponente Riccardo Magi ha rivendicato che si trattava di “una piccola grande rivoluzione” in ambito referendario. Insomma, altro che inclusione dei diversamente abili. Si voleva semplicemente facilitare la raccolta delle firme: in generale, per tutti, su tutto. I fatti lo confermano. Per esempio, sono state raccolte tutte su Internet, a gran velocità, le firme per il referendum che, nelle parole dei proponenti, “depenalizza la coltivazione di tutte le sostanze stupefacenti”. Ora puntano sul digitale i quesiti contro il Green pass».

L'affondo, infine: « Problemi tecnici e giuridici a parte, questa democrazia dei clic davvero potenzia e facilita la discussione pubblica? Il timore è che la renda, invece, più dispersiva e superficiale».

 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo