Il costittuzionalista Michele Massa (Università Cattolica).
«La novità, introdotta in una notte di luglio, è già servita per appoggiare la richiesta di depenalizzare la cannabis. Ora c’è chi vuol mietere consensi digitali contro il Green pass. Questa riforma potenzia e facilita la discussione pubblica oppure la rende più dispersiva e superficiale?». È prudente e sostanzialmente critico il costituzionalista Michele Massa, docente all’Università di Cattolica, e non fa nulla per nasconderlo: in un intervento che Famiglia Cristiana pubblica nel numero in questi giorni in edicola e in parrocchia ricostruisce come si è arrivati a questa svolta e ne elenca i limiti.
«Nelll’ultimo anno abbiamo preso familiarità con lo Spid, il Sistema pubblico di identità digitale», scrive. «In una notte dello scorso luglio, contro il parere del ministero della Giustizia, le Commissioni Affari costituzionali e Ambiente della Camera dei deputati hanno approvato l’uso di questo sistema (e altri) per firmare a sostegno della richiesta di referendum abrogativi delle leggi vigenti».
La motivazione originaria (estendere a tutti l’adesione ai referendum attraverso le firme digitali per evitare discriminazioni verso i diversamente abili, gli unici a cui si pensava, in un primo tempo, di concedere quest’opportunità) «non era una motivazione solida né sincera», sostiene Massa. «Lo si è visto subito dopo l’approvazione, quando il proponente Riccardo Magi ha rivendicato che si trattava di “una piccola grande rivoluzione” in ambito referendario. Insomma, altro che inclusione dei diversamente abili. Si voleva semplicemente facilitare la raccolta delle firme: in generale, per tutti, su tutto. I fatti lo confermano. Per esempio, sono state raccolte tutte su Internet, a gran velocità, le firme per il referendum che, nelle parole dei proponenti, “depenalizza la coltivazione di tutte le sostanze stupefacenti”. Ora puntano sul digitale i quesiti contro il Green pass».
L'affondo, infine: « Problemi tecnici e giuridici a parte, questa democrazia dei clic davvero potenzia e facilita la discussione pubblica? Il timore è che la renda, invece, più dispersiva e superficiale».