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venerdì 24 gennaio 2025
 
Una fine assurda
 

Eleonora, morta di leucemia a 18 anni perché ha rifiutato le cure

02/09/2016  Convinti delle teoria di Hamer che la malattia sia la conseguenza di un trauma emotivo, sia i genitori sia la ragazza diciottenne non hanno voluto fare la chemioterapia per paura degli effetti collaterali. Ma anche chi pratica la medicina naturale di fronte a certe patologie non ha esitazioni a suggerire cure tradizionali e di comprovata efficacia

Eleonora Bottaro si è spenta pochi giorni dopo aver compiuto 18 anni. Da mesi era malata di leucemia, una malattia che è sempre più curabile ma che nel suo caso ha avuto campo libero. Perché non si è sottoposta ai cicli di trattamento collaudati in casi come il suo, primariamente la chemioterapia. Temeva gli effetti collaterali di quel tipo di cura, aveva visto morire una sua amica, e come i suoi genitori credeva nelle teorie di Ryke Geerd Hamer, il medico tedesco che sostiene come le malattie non sarebbero altro che una risposta dell'organismo a traumi psicologici irrisolti.

I medici dell’ospedale di Padova, dove inizialmente era ricoverata, di fronte a questo rifiuto avevano coinvolto il Tribunale dei minori, e  la ragazza si era rivolta una clinica svizzera che l’aveva sottoposta a un trattamento a base di cortisone e vitamine. Dopo un iniziale miglioramento, nel luglio scorso c’era stato un tracollo. I genitori difendono  questa scelta radicale, e si apre il dilemma su quale siano i confini della libertà e su che cosa spinge alcune persone a una fiducia  nella medicina alternativa anche in casi così estremi.

Ne abbiamo parlato  con un naturopata e iridologo, Agostino Gazzurelli, avvezzo a consigliare terapie naturali e che trova interessanti le teorie di Hamer per spiegare l’origine delle patologie. «Ci può stare che ci sia una componente psicosomatica nella genesi di un tumore, ma se non ho gli strumenti per elaborare questa consapevolezza è assurdo mettere a rischio la vita stessa per assecondare una convinzione. È un atto di arroganza, perché la vita è il valore primario. Anche nella mia pratica quotidiana io mi limito ad affiancare alla terapia oncologica elettiva, che si è dimostrata efficace e spesso risolutiva, una serie di prodotti drenanti, antiossidanti che sostengono il fisico e lo aiutano a contrastare gli effetti collaterali delle cure. Hamer stesso dice che la malattia è il capolinea del trauma emotivo. Allora io posso lavorare per il futuro, ma se la malattia ormai c’è devo combatterla con tutti i mezzi che la scienza mi mette a disposizione. Senza la vita, tutto il resto passa in secondo piano, è solo una sterile ideologia».  

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