La notizia più recente è di questa mattina: una chat di classe di scuola media in cui si rilanciavano contenuti impropri, tra cui foto di Hitler e offese a disabili, per acchiappare contatti. Appena poche settimane fa avevano fatto scalpore i contenuti ancora più crudi di una chat nominata Shoah party in mano a ragazzi di 15-16 anni.
Il più delle volte per i giovanissimi uno smartphone è uno strumento senza segreti dal punto di visto tecnico ma difficile da gestire dal punto di vista emotivo, capita che le sue potenzialità, pervasive, sfuggano di mano a ragazzi non ancora attrezzati a comprendere i danni che si possono fare e ricevere con un mezzo tanto potente e veloce. Spesso neanche gli adulti, genitori e insegnanti, sanno bene come guidarli all’uso consapevole e responsabile.
Proprio per ovviare a questo problema si sono dati da fare insieme Polizia di Stato, Società Italiana di Pediatria, Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), Google e UniCredit Foundation, unendo le conoscenze per dare a insegnanti e genitori “In rete con i ragazzi. Una guida all’educazione digitale”, che getta un occhio da un lato agli effetti sulla salute di un uso eccessivo dei dispositivi tecnologici, dall’altro alle componenti che alla presentazione dell’iniziativa il capo della Polizia Franco Gabrielli ha chiamato «le parole magiche: cultura e responsabilità».
Stando a una ricerca condotta da Skuolanet su 10.000 giovani tra i 9 e i 18 anni, circa la metà dei ragazzi intervistati (47%) giudica positivamente il proprio rapporto con la tecnologia, ma ammette di stare troppo tempo sui dispositivi senza rendersene conto. Il 41% trascorre più di 3 ore al giorno di fronte ad un dispositivo elettronico, il 38% usa lo smartphone prima di addormentarsi e il 21% lo accende appena apre gli occhi la mattina, mentre il 24% lo usa durante lo studio (ma non sempre per fare i compiti).
Sono gli stessi ragazzi a riconoscere di sperimentare talvolta gli effetti collaterali negativi di un uso tanto frequente: scarsa concentrazione nello studio e nelle attività quotidiane (24% degli intervistati) e sensazione di bruciore agli occhi (21%). Dolori a collo e schiena (12%), insonnia (10%) e disturbi dell’umore (7%). Solamente 1 su 4 sostiene di non accusare alcun sintomo dopo una lunga sessione ‘tech’. Come ha ricordato Nunzia Ciardi, capo della Polizia Postale, per forza di cose espertissima di facende tecnologiche e dei guai che ne possono nascere se l’uso è irresponsabile, ha osservato che: «Gli adulti sono intimiditi dall’abilità tecnologica dei ragazzi e faticano a orientarsi sulle strategie educative: ma non è necessario conoscere tutte le funzioni di uno smartphone per dare regole ai ragazzi» ed è compito degli adulti non smettere di farlo, in Rete come fuori.
La guida, che dai prossimi giorni sarà scaricabile gratuitamente al sito www.commissariatodips.it, è rivolta a genitori, insegnanti e pediatri di ragazzi di 9-14 anni e affronta i diversi aspetti utili a favorire una navigazione il più possibile sicura e responsabile. Partendo da un capitolo sui vantaggi della Rete per i ragazzi, percorre tematiche legate ai principali rischi della Rete e alle strategie per evitarli.