Mentre i bambini delle elementari sono accompagnati e prelevati a scuola dai genitori, i ragazzi che frequentano le medie (11-14 anni) generalmente tornano a casa da soli. Di recente alcune istituzioni scolastiche, spaventate dalla possibilità che preside e professori siano considerati responsabili qualora i ragazzi si facciano male nel percorso verso casa, hanno intimato ai genitori di riprendere i figli che, diversamente, non potranno lasciare la scuola. Molti genitori contestano la restrizione e affermano che il figlio è perfettamente in grado di tornare a casa da solo.
Cosa dice in proposito la legge attuale in attesa dell'emendamento?
Non esiste una disposizione specifica sul problema “uscita da scuola”, ma è necessario rifarsi a norme di carattere generale. La prima è l’art. 591 del Codice penale che considera reato abbandonare una persona minore degli anni 14 della quale «si abbia la custodia o si debba avere cura». Bisogna capire, però, che cosa si deve intendere per abbandono. In proposito la Cassazione ha chiarito che può anche essere temporaneo e che deve «esporre a pericolo anche solo potenziale» la vita e l’incolumità fisica del ragazzo.
Quindi, se certamente non si può lasciare un bambino di 6 anni solo sul marciapiede di una metropoli, si espone a pericolo un ragazzo di 13 lasciandolo tornare da solo in un piccolo paese? Il fatto che i genitori abbiano rilasciato una liberatoria non necessariamente esclude la responsabilità della scuola in presenza di una situazione di pericolo, ma può essere utile se i genitori dichiarano che il figlio è in grado di tornare a casa. La responsabilità nei confronti dei minori degli anni 14 è graduata sull’età e sulla situazione concreta. Pertanto, una eventuale responsabilità della scuola dovrà essere esaminata caso per caso.
Non va dimenticato infine che, secondo l’art. 2048 del Codice civile, i genitori e gli insegnanti (per il tempo in cui i ragazzi sono loro affidati) sono responsabili del danno che i minori cagionino ad altri.
COSA DICE IL CODICE
E A 14 ANNI SI DIVENTA ANCHE IMPUTABILI
Una volta compiuti i 14 anni il ragazzo è ammesso a fare molte cose e assume maggiori responsabilità. A 14 anni compiuti si diventa imputabili, quindi responsabili delle proprie azioni sotto il profilo penale e, d’altro canto, si può presentare querela. A 16 anni si può lasciare la scuola e si può entrare nel mondo del lavoro con il consenso dei genitori, che devono sottoscrivere il contratto. I giudici, infatti, hanno chiarito che, se può essere parte di un rapporto di lavoro, il minore non può disporre dei propri diritti senza l’intervento del rappresentante legale, ovvero i genitori. La Suprema corte ha, per esempio, escluso che il minore possa sottoscrivere una quietanza di pagamento. A 16 anni, sia pur con l’autorizzazione del giudice tutelare e “per gravi motivi”, ci si può sposare.