Mio nipote di 14 anni è stato “beccato” dai genitori mentre stava usando una sigaretta elettronica, comperata con altri compagni di classe. Gliel’hanno sequestrata e ne hanno parlato con i genitori degli altri ragazzi con cui stava fumando. Si sono sentiti dire che lo sapevano ma non l’hanno proibita, perché è meglio avere la sigaretta elettronica che quella normale, in quanto non fa i danni del fumo tradizionale. Che cosa ne pensa?
CESARE
— Svapare: è il termine che i ragazzi usano per indicare l’utilizzo della e-cig, la sigaretta elettronica. Essa consente di inalare un liquido aromatizzato che viene vaporizzato. Per questo non si fuma, ma appunto si “svapa”. Il dibattito sul suo uso è molto acceso. C’è accordo tra gli esperti sul fatto che le e-cig sono meno pericolose rispetto al fumo tradizionale, perché non contengono le centinaia di sostanze cancerogene presenti nelle tradizionali “bionde”. La nicotina può essere presente in quantità variabili, o assente del tutto. Le sostanze che vengono vaporizzate, sebbene a basso indice di pericolosità, non sono però ancora pienamente conosciute nei loro effetti. Potrebbero perciò provocare nel tempo rischi per la respirazione, tuttavia non paragonabili a quelli delle normali sigarette. Non sappiamo invece quanto ingenerino dipendenza sul lungo periodo.
Le e-cig appaiono piuttosto efficaci per i fumatori che vogliono smettere, perché consentono di scalare la nicotina contenuta fino a ridurla a zero, anche se poi occorre comunque uno sforzo di volontà per eliminare il ritorno alle sigarette tradizionali. Sembra anche che non facilitino, in chi non ha mai fumato prima, il passaggio al fumo di sigaretta. In questo senso, non appare confermata dagli studi scientifici la preoccupazione di chi vede per i ragazzi più giovani il rischio che lo “svapo” sia il trampolino di lancio per il fumo tradizionale. Detto questo, però, occorrono altre riflessioni. Il fatto che non faccia (tanto) male, non significa che faccia bene. Non ci sono cioè i vantaggi che le attività di svago possono produrre, dallo sport all’uscita con gli amici, dai videogiochi alla Tv.
Questo significa che, in un’ottica educativa, lo svapo non è di per sé un comportamento da sostenere da parte degli adulti. Senza essere rigidi e bacchettoni, gli adulti devono tenere viva una riflessione critica coi ragazzi su quanto, anche nelle attività voluttuarie, può essere utile nella crescita. Esattamente come si fa per l’alimentazione, per i videogiochi, per ciò che si può trovare sul Web. Va poi considerato l’aspetto economico: sigarette e accessori sono costi che devono rientrare in una attenta educazione all’uso del denaro.