Ogni giorno dalla Rai giungono notizie, mai ufficialmente confermate,
che tuttavia danno la sensazione della grande confusione che regna in Viale
Mazzini e dintorni. Sistemata la questione di Serena Dandini in procinto di
passare da Raitre a La 7, archiviata –
stavolta è certo- la querelle con Report che fortunatamente andrà in onda
regolarmente, i palinsesti prevedono ancora scosse.
Rai TG 24, il telegiornale che tenta invano di clonare
quello di Sky, ma gli riesce solo di seguirne pedissequamente la linea
politica, dovrebbe perdere per strada il suo direttore, Corradino Mineo,
storico volto di Raitre, per accogliere a braccia aperte Monica Maggioni, una delle più preparate
inviate della Rai, e questo cambio,
quando avverrà, dovrebbe dare al TG24 un nuovo impulso e una nuova
professionalità.
Intanto Carlo Freccero, pugnace pittoresco direttore di Rai 4,
flirta con Santoro e si fa tirare le orecchie da Lorenza Lei, la risoluta
“direttora” che gli fa notare per iscritto come la sua battuta “Se Santoro andasse
a Sky ci andrei anch’io gratis” sia quantomeno poco professionale.
E poi c’è
il problema Sanremo. Antonella Clerici che data come partner di Morandi alla
conduzione del Festival ha dichiarato ufficialmente che non ci pensa proprio
perché ha già due trasmissioni da condurre, e una è quotidiana. C’era da aspettarselo perché, conoscendo Antonella, mi
suonava strano che accettasse di condurre in programma in coabitazione. Il
problema Festival comunque resta: tra Rai e Città di Sanremo non s’è ancora trovato un accordo economico,
e di euro ne girano pochi.
Morandi sta girando un film, Lucio Presta, ammesso
che rientri nel “grande gioco”, il 25 settembre sposa l’eterna compagna e
magari un po’ di luna di miele la farà.
Si scatenano così le ipotesi più stravaganti. Una di queste vorrebbe che
a fianco di Morandi ci fosse Maria De Filippi. Sarebbe, sostengono quelli che
appoggiano l’ipotesi, una specie di “scambio”, fatto con fair play, dopo il
“prestito” di Fabio Fazio a La 7, Mediaset “regala” la sua regina all’evento che
dà alla Rai, se non più prestigio, almeno più ascolti. Verrebbe da commentare: Rai, di tutto di meno