L'Italia si mangia con il cemento 2,3 metri quadri di terra al secondo. Venti ettari al giorno. Nel 2023, 72,5 chilometri quadrati hanno "cambiato colore": da verde natura a grigio cemento. Il tutto avviene mentre la popolazione diminuisce... Lo denuncia il Rapporto annuale dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) sul consumo di suolo.
Se nel 2006 a ogni cittadino corrispondevano 348,2 metri quadri di terreno rivestito da opere artificiali, oggi il dato è aumentato a 365,7 metri quadri. Una superficie, per capirci, pari quasi alla Lombardia. A cui spetta la maglia nera: è ricoperto di cemento il 12.19% del suo territorio, contro una media nazionale del 7,16%.
Fra le principali cause dell'assalto al verde, la logistica, la grande distribuzione, magazzini, centri commerciali.
Denunciare l'inarrestabile sottrazione di terreno "libero" non è un vezzo ecologista, ma il primo passo per la presa di coscienza dei danni che ciò comporta: aumento dell'anidride carbonica, della temperatura e dell'inquinamento e, soprattutto, maggiore espozione alle alluvioni: il cemento, a differenza del terreno, non assorbe l'acqua, ma diventa un'autostrada che la trasporta.
Da anni giacciono in Parlamento proposte di legge, fra cui qulla del network Salviamo il paesaggio, che chiedono di correre ai ripari, puntando ad esempio a recuperare l'esistente, spesso dismesso, piuttosto che costruire su terreni vergini.