Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
lunedì 14 ottobre 2024
 
Castro
 

Raul "affida" a Francesco il futuro di Cuba

10/05/2015  Prima la mediazione con gli Usa, ora la visita di Castro in Vaticano, in settembre il Papa sull'isola. Raul Castro chiede al Pontefice aiuto per una transizione morbida.

Raul Castro con papa Francesco (Reuters).
Raul Castro con papa Francesco (Reuters).

Certo, a Raul Castro non manca il talento per il colpo di teatro. La frase pronunciata alla fine dell'incontro con papa Francesco ("Sono rimasto molto colpito dalla saggezza e modestia del Papa. Se continua così tornerò alla Chiesa cattolica. Io sono del partito comunista che non ha mai ammesso i credenti, anche se ora si sono fatti passi avanti"), giusto all'incrocio tra la battuta, l'ammirazione per l'ospite e l'autocritica, farà il giro del mondo e di tutte le prime pagine, e verrà ricordata a lungo.

Ma il senso della visita del leader cubano, e la sua importanza, ovviamente, non stanno in questo. Castro (come peraltro aveva già fatto Obama) ha reso omaggio al ruolo giocato dal Papa e dalla Santa Sede nel disgelo tra Usa e Cuba dopo mezzo secolo di tensioni e rancori. Quello di Castro è un omaggio di certo non rituale. Si ha anzi l'impressione che il leader cubano,  con questa missione in Vaticano usata anche per definire e programmare il viaggio che papa Francesco farà sull'isola in settembre, abbia in qualche modo voluto mettersi "sotto l'ala" della diplomazia vaticana, nel momento forse più delicato della storia dell'isola.

Per quanto il regime cubano e i cubani stessi siano orgogliosi di aver resistito all'embargo americano per decenni, nessuno può nascondersi che la Cuba comunista, nata dalla rivoluzione di Che Guevara e Fidel Castro, è al definitivo tramonto. Fidel va verso i 90 anni, Raul ne ha 83, e dei vecchi rivoluzionari si è ormai persa la stirpe. Ed è piuttosto chiaro che i cubani sono comunque stanchi di chiusura e povertà.

Ma soprattutto, l'apertura dei rapporti tra un colosso come gli Usa e un piccolo Paese come Cuba, ben simboleggiata dalla re-inaugurazione, a luglio, dei trasporti marittimi e aerei, non potrà che risolversi a favore del colosso. Che è tale da ogni punto di vista: economico, tecnologico, politico... E' probabile che Barack Obama, almeno nei primi tempi, ci andrà con guanti di velluto. Il Presidente, infatti, vuole lasciare in eredità al prossimo candidato democratico per le presidenziali (cioè, a Hillary Clinton) un elettorato di origine latino-americana soddisfatto e sorridente per l'apertura, non irritato per una conquista. Ma nel medio e lungo periodo sarà di certo Cuba ad americanizzarsi, non certo il contrario.

Sembra quindi che Raul Castro, troppo esperto e smaliziato per non saperlo, cerchi nel Papa una sorta di "garante" per una transizione morbida, o almeno meno traumatica possibile. Papa Francesco, per parte sua, ha proseguito anche con questo incontro storico la sua missione di composizione dei conflitti e di protezione dei piccoli e dei poveri. Molto significativo il dono da lui fatto a Raul Castro, il medaglione di San Martino che copre il povero. "Un'intuizione di quello che dobbiamo fare", ha detto il Papa: "Dobbiamo coprire la miseria della gente e poi promuovere la gente". 


 
 

Multimedia
Raul Castro dal Papa: "Quando Francesco verrà a Cuba andrò a tutte le Messe"
Correlati
I vostri commenti
1

Stai visualizzando  dei 1 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo