Riccardo Muti con i Wiener Philarmoniker a Ravenna (foto @SilviaLelli)
“Allora, che cosa volete sentire, un valzer?” chiede Riccardo Muti al pubblico (ridotto e distanziato) che torna a riempire gli spazi del Teatro Alighieri di Ravenna. È il momento del bis dopo l’esecuzione delle musiche di Mendelssohn, Schumann e Brahms e quando sul palcoscenico è schierata un’orchestra formidabile come i Wiener Philarmoniker l’esecuzione di un valzer è d’obbligo. Così i violoncelli e le viole attaccano le note inconfondibili del Kaiser-Walzer, il valzer dell’Imperatore di Johann Strauss. Per un momento il Teatro Alighieri sembra trasformarsi nel salone dorato del Musikverein di Vienna, la casa dei Wiener Philarmoniker, dove lo scorso 1° gennaio, nel tradizionale concerto di Capodanno, per la prima volta l’orchestra, anche quel giorno diretta da Riccardo Muti, si è dovuta esibire senza pubblico a causa delle restrizioni provocate dalla pandemia.
“Era dalla tournée in Giappone del novembre scorso che non suonavamo con il pubblico in sala, tornare a farlo qui a Ravenna è bellissimo”, ci confida un musicista dell’orchestra. I Filarmonici di Vienna, sottoposti a tamponi quotidiani, suonano tutti vicini e senza mascherina. Il suono è quello magico di una delle migliori orchestre del mondo, interprete ideale dei brani presentati nel doppio concerto di domenica 9 maggio. Alle 17 e alle 20 Meerestille un glückiche Fahrt (Calma di viaggio e viaggio felice) di Felix Mendelssohn Bartholdy, nel pomeriggio la Sinfonia n. 4 in re minore di Robert Schumann, la sera la Sinfonia n. 2 in re maggiore di Johannes Brahms.
Il doppio concerto di Ravenna è stato il primo momento della tournée italiana dei Wiener Philarmoniker, che si esibiranno a Firenze lunedì 10 al Teatro del Maggio e martedì al Teatro alla Scala di Milano. I quattro concerti italiani sono l’occasione per celebrare il mezzo secolo di rapporti fra Riccardo Muti e l’orchestra viennese, nati nel 1971 al Festival di Salisburgo, quando ik maestro italiano , non ancora trentenne, fu invitato da Herbert von Karajan a dirigere il Don Pasquale di Donizetti.
Il doppio appuntamento al Teatro Alighieri ha rappresentato un ghiotto e sontuoso antipasto della 32a edizione del Ravenna Festival, diviso fra il programma estivo (dal 2 giugno al 31 luglio) e la Trilogia d’autunno (il progetto di Cristina Mazzavillani Muti, che dal 2012 ha esteso la programmazione ai mesi autunnali,).
L’anno scorso, dopo il lungo lockdown, il Ravenna Festival fu il primo evento musicale in Italia a svolgersi con il pubblico negli spazi all’aperto della Rocca Brancaleone. Trasmessi anche in streaming, gli appuntamenti del Festival 2020, come spiega il Sovrintendente Antonio De Rosa, “sono stati seguiti da 200 mila spettatori in 150 Paesi”. “Per l’edizione 2021”, annuncia De Rosa,“il Festival prevede oltre 70 appuntamenti, 65 giorni di spettacoli distribuiti in 18 luoghi, il coinvolgimento di 1.200 artisti”.
La 32a edizione del Festival è nel segno di Dante, il poeta sepolto a Ravenna di cui ricorre il settimo centenario della morte. Fra musica, teatro, danza e cinema la figura di Dante sarà come un filo rosso che unirà i diversi appuntamenti della rassegna. Il Festival parte il 2 giugno nella Basilica di San Vitale con la prima assoluta dell’opera da camera Teodora, con musica di Mauro Montalbetti su libretto di Barbara Roganti.
Il 4, 5 e 6 giugno al Teatro Alighieri Alessandra Ferri celebra al Festival quarant’anni di carriera nei panni di Winnie, la ballerina “âgée” immaginata da Béjart nel 1998 per Carla Fracci: la ripresa del beckettiano L’heure exquise, in coproduzione con il Royal Ballet, la vedrà sommersa da una montagna di vecchie scarpette da punta. Al suo fianco Carsten Jung (Hamburg Ballet), nel ruolo che fu di Micha van Hoecke; lo stesso Micha li guiderà nel riallestimento insieme a Maina Gielgud che ne fu seconda interprete.
Poi si annunciano omaggi a Stravinskij, Piazzola, Deprez, Morricone, Lucio Dalla e Jannacci. Fra gli interpreti degli eventi musicali spiccano i nomi dei pianisti Beatrice Rana e Danil Trifonov, di Leonidas Kavakos, Charles Dutoit, Giovanni Sollima Ottavio Dantone e l’Accademia Bizantina. Tra gli ospiti, attesi anche Lindo Ferretti, Vinicio Capossela, Tosca, Piero Pelù, Elio, The Swingles.
La Basilica di S. Francesco, dove si tennero i funerali di Dante, accoglierà appuntamenti dedicati alla musica dei tempi del poeta o ispirata alla sua poesia, preceduti da una conversazione con il musicologo Piero Mioli. Sono coinvolte alcune tra le più autorevoli formazioni italiane specializzate in musica antica (Odhecaton, La Fonte Musica e l’Ensemble Micrologus) mentre la formula dei Vespri a S. Vitale si rinnova come Vespri danteschi, spaziando dalla tradizione trobadorica a nuove composizioni, a inclusione di una sortita nel “bestiario poetico” della Commedia, raccontato da Tiziano Scarpa.
Nelle domeniche fra il 6 e il 27 giugno, in collaborazione con l’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia si svolgeranno quattro liturgie nella Basilica Metropolitana, nella Basilica di Sant’Apollinare in Classe, nella Basilica di San Francesco e nella Basilica di Sant’Agata Maggiore (il 27 giugno sarà celebrata una Messa nella tradizione Armena).
Proprio l’Armenia sarà metà del concerto per le Vie dell’Amicizia e sarà un ritorno, perché già nel 2001 Erevan accolse Riccardo Muti e i suoi musicisti. Il concerto del 4 luglio si svolgerà in un contesto assai delicato per il Paese del Caucaso uscito sconfitto dalla recente fiammata della guerra con l’Azergbaigian sulla sovranità nella regione contesa del Nagorno-Karabach. L’umiliante sconfitta degli armeni ha provocato proteste di massa e ha reso instabile la situazione politica. A Erevan Muti dirigerà l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e il Coro da camera di Stato dell’Armenia. In programma musiche di Haydn, Mozart, Schumann e la prima assoluta di Purgatorio, opera commissionata dal Ravenna Festival al compositore armeno Tigran Mansurian.
Muti dirigerà i giovani della Cherubini anche il 12 settembre a Ravenna in un concerto straordinario nell’ambito delle celebrazioni per i 700 anni della morte di Dante. Oltre al brano di Mansurian sono in programma le Laudi alla Vergine Maria di Verdi e la Dante-Symphonye di Franz Liszt.
Gli eventi della Trilogia d’Autunno saranno uno spettacolo del danzatore ucraino Sergei Polunin (Metànoia), la Faust Rapsodia e una lettura dell’ultimo canto della Divina Commedia affidata a Elio Germano.